Papu Gomez sparì dal campo: quei sospetti sulla gestione del Siviglia

Tanti dubbi in Spagna sulla gestione del caso. Dopo quel test non ha quasi più giocato per un guaio sospetto alla caviglia
Andrea De Pauli
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Positivo a un controllo antidoping a inizio novembre del 2022 e squalificato nella seconda metà di ottobre del 2023. Una tempistica che avrebbe sorpreso anche il diretto interessato. Almeno è quanto riferisce il popolare giornale argentino Olé, che assicura di aver avuto, nelle ultime ore, un contatto diretto col Papu Gomez, che avrebbe fornito alcuni dettagli in più, off record, sulla vicenda, ad iniziare dal fatto che la condanna sarebbe arrivata senza l’abituale controanalisi. Secondo questa ricostruzione, l’assunzione della sostanza proibita, la terbutalina, sarebbe avvenuta in totale buona fede, a seguito di un attacco di tosse secca risolto con uno sciroppo che stava assumendo, in quelle ore, uno dei figli dello stesso fantasista del Monza. Un semplice preparato a base di miele e limone, la convinzione dell’ex Atalanta, che sarebbe ancora in possesso dello scontrino relativo all’acquisto del medicinale. L’altro elemento quanto meno sorprendente che emerge dalla ricostruzione di Olé riguarda il fatto che il Papu sarebbe stato avvisato della positività al controllo solo a poche ore dal fischio d’inizio della finalissima di Qatar 2022 con la Francia. 

Papu Gomez, la stagione spezzata

Ricostruzione che, quanto meno sulle tempistiche, lascia più di una perplessità. Se andiamo a guardare i meri dati dell’ultima stagione del Papu a Siviglia, infatti, risulta evidente una sorta di frattura proprio a ridosso del controllo antidoping, ubicato dal giornale on-line El Relevo, che ha pubblicato per primo la notizia, ad inizio novembre. L’argentino, infatti, ha partecipato a 5 delle 6 partite della fase a gruppi della Champions, conclusa con la sconfitta col Manchester City del 2 novembre 2022, partendo per 3 volte nell’undici titolare. Per quanto riguarda la Liga, poi, ha disputato 12 delle prime 13 partite, fino al 6 novembre, in cui ha giocato l’intero derby col Betis. Poi è completamente sparito di scena, ufficialmente per un problema alla caviglia che gli ha permesso di disputare appena una ventina di minuti coll’Elche, il 28 gennaio, salvo riapparire a titolo definitivo solo a partire dalla trasferta di Bilbao del 27 aprile. Malanno all’articolazione che, però, non gli ha impedito di viaggiare in Qatar e disputare le due partite con Arabia e Australia. 

Il silenzio intorno al Papu Gomez

Mentre in Spagna ci si interroga sull’eventualità che il Papu venga privato di Mondiale ed Europa League - Argentina e Siviglia non sono in nessun modo a rischio, con la conseguente disperazione degli haters professionali di Messi e dei tifosi del Betis, come testimoniato ampiamente dai social - ci si pone alcune domande sulla tempistica. Al di là della tradizionale ritrosia della penisola iberica a trattare il tema doping - basti citare la controversa Operación Puerto, con il famigerato dottor Eufemiano Fuentes come assoluto protagonista, che si concluse a tarallucci e vino, col giudice José Antonio Serrano che si rifiutò di passare le prove relative agli sportivi coinvolti all’Agenzia Mondiale Antidoping - il lasso di tempo trascorso tra la positività del Papu e la notifica della squalifica troverebbe spiegazione nella normativa del Codice Mondiale Antidoping, che non rende obbligatoria la sospensione cautelare nei casi in cui venga rilevata una sostanza specifica come la tertubalina. La sospensione immediata, invece, è prevista in presenza di sostanze non specifiche, come ad esempio ormoni o Epo. Nella norma, poi, che la sanzione debba arrivare entro i 12 mesi dalla positività, come avvenuto nel caso del Papu. Possibile, però, che nessun mezzo di comunicazione di Siviglia sia venuto a conoscenza di quanto stesse succedendo?


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