De Laurentiis: «Maradona non conosce più Napoli» 

Il presidente risponde alle accuse televisive di Diego: «Fa sensazionalismo, bisogna lasciar lavorare Sarri»
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NAPOLI - "Maradona? È il più grande calciatore mai esistito, è unico, più forte di Pelé. Ma sta, lontano, a Dubai non conosce più secondo me la realtà di Napoli". Cosi, il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha risposto alle dichiarazioni fatte sul club azzurro da Maradona. "Non l'ho visto in tv, - ha aggiunto - ma ho letto quello che ha detto. Fa delle affermazioni che hanno del sensazionalistico, come per buttare un sasso nello stagno. Vorrei ricordargli che in una città così difficile abbiamo avuto un crescendo costante che non vuol dire solo vincere qualche coppa ma anche rafforzare un club nell'ambito di una società civile decrescente. Mentre il Napoli cresce ininterrottamente dal fallimento in poi, la società civile di Napoli è in declino. A me non ha offerto nulla, basti pensare che allo stadio non sono mai stati fatti lavori se non con grande fatica o con soldi anticipati da me a cui non sono mai stati restituiti", ha concluso De Laurentiis.

 

A DIFESA DI SARRI - "Sarri ha ancora molto da esprimere e ha ancora molto da lavorare, bisogna lasciargli una certa tranquillità psicologica perché se alla pressione di una città come Napoli aggiungiamo altra tensione passa da 300 a 600 sigarette". Lo ha detto il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis prima di entrare in prefettura per l'incontro sulla sicurezza nello stadio San Paolo. De Laurentiis, in vista del match di domani in Europa League ha detto: "Certo che vorrei la prima vittoria, io voglio vincere sempre, sapeste come soffro quando non ci riusciamo". Tornando sulla scelta di Sarri, il patron azzurro ha aggiunto: "Scegliere un allenatore non è facile - ha detto - ma gli uomini vanno valutati per quello che sono e in base a una serie di considerazione che noi abbiamo potuto fare e non tutti hanno potuto fare".

QUESTIONE SAN PAOLO - "Che lo stadio San Paolo diventi più sicuro dipende solo dal ministro Alfano, non da un club come il nostro che non ha lo stadio in gestione ma ha una convenzione attraverso cui il Comune ci consegna lo stadio il giorno stesso dell'evento, qualche ora prima". Il presidente è intervenuto a gamba tesa pure sulla questione stadio: "Durante tutta la settimana - ha aggiunto De Laurentiis - lo stadio è terra di nessuno e quindi la società non ha alcun tipo di responsabilità per quanto possa accadere. Mi spiace che sia il prefetto che il questore che a Roma al ministero degli Interni non l'hanno voluto capire". Per il presidente del Napoli questo dipende "dall'ignoranza e dalla superficialità tipica dell'Italia. Io se devo fare una cosa me la studio e cerco di farla sbagliando il meno possibile, poi siamo umani e tutti possiamo sbagliare, però perseverare è diabolico. È possibile che ho visto negli ultimi dieci anni cambiare forse cinque diversi ministri degli interni che hanno sempre cercato di penalizzare invece di risolvere alla base il problema?". De Laurentiis si appella a Renzi: "Questo governo - ha proseguito - sta cercando di fare molto di più rispetto agli altri governi ma il calcio non è la sua priorità. Eppure coinvolge tutti e le famiglie dovrebbero poterci andare tranquillamente, perché è uno spettacolo sensazionale dal vivo che fa crescere il seme del tifo sano. Ma allo stadio i tifosi sani trovano una terra di nessuno per colpa degli organi preposti alla sicurezza in Italia. Alfano non ha saputo valutare le cose nonostante fino alla stanchezza gli abbiamo detto di applicare la legge inglese, perché lì hanno sradicato la violenza degli stadi. Forse c'è omertà su questo, non voglio accusare Alfano di omertà ma ci dica perché non vuole farlo, forse ha paura di perdere voti. Non capisco perché Renzi non dica ad Alfano basta, finiamola". 


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