Napoli, nel tuo Dna c'è il tridente

Callejon e Mertens micidiali contro il Bruges mentre solo il palo ha fermato Higuain: attaccanti esaltati dal 4-3-3
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NAPOLI - Tridente mania: sì, certo, sarà un caso. E magari un po' c'entra anche la serataccia di quelli delle Fiandre: però il Napoli d'Europa schierato da Sarri con il 4-3-3, dopo tanto trequartista, giovedì con il Bruges ha messo in fila una serie di inediti da hit parade che impongono riflessioni: il grande ritorno dell'attacco devastante; la difesa blindata come mai era accaduto; la sensazione di saperla gestire meglio; il recupero di uomini fondamentali finora pallidini; la vittoria. Bella, rotonda, agognata: la prima della stagione nonché il miglior esordio europeo della storia azzurra. E ora, la Lazio: test decisivo e la ricerca della continuità. Magari anche tattica. Perché il tridente ha funzionato eccome, è parso una svolta: sarà anche un caso, però Sarri ci pensa. Molto seriamente.

SUPER ATTACCO. E allora, la rivoluzione. Tutto in una notte: cambia l'impianto, cambiano il risultato e i risvolti. Non le idee, però, l'allenatore ci tiene molto: «I moduli non c'entrano: quello che ho visto è proprio il mio calcio». Attacco da urlo e squadra più coperta e accorta, per la prima internazionale della carriera di Sarri: diciamo in crescita e soprattutto più serena. Più dentro uno schema che, come ha poi spiegato anche la voce del gruppo, si avvicina maggiormente a uno spartito mandato giù a memoria nelle ultime due stagioni. Con tanti problemi difensivi, come negarlo, ma con 104 gol realizzati in scioltezza in ognuna di esse. Ecco, la sensazione più forte del giorno dopo il 5-0 al Bruges è proprio questa: con il tridente è ricomparso l'attacco super.

LA RINASCITA. Copertina: Dries Mertens e José Maria Callejon. Due gol ciascuno giovedì e soprattutto una serie di movimenti, tagli e piroette che, senza mezzi termini, sono il frutto del cambio di modulo. Bravi, bravissimi sempre e comunque, il talento è quello, però per tipi come loro è la posizione a fare la differenza: in appoggio alla punta, nel 4-3-1-2, finora hanno sofferto. E se alla lunga magari cresceranno, perché no, l'impressione resta: per caratteristiche e propensione sono nati per agire larghi a destra (Callejon) e a sinistra (Mertens). Con Higuain, poi, l'intesa è super: si guardano, si capiscono, parlano la lingua del calcio. E il Pipita, che in Coppa Sarri ha visto a tratti un po' isolato, può recitare qualsiasi parte: questione di giornate più e giornate meno. Ma chi si preoccupa?

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