Klopp: "Ho parlato con Ancelotti, ecco perché"

Alla vigilia del match contro il City per il Community Shield l'allenatore del Liverpool ha rivelato di aver parlato con il tecnico del Napoli
Klopp: "Ho parlato con Ancelotti, ecco perché"
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"Non capisco perché in Inghilterra cominciamo così presto rispetto agli altri campionati. Eppure qualcuno dovrebbe pensare ai giocatori e alla loro salute". Alla vigilia della sfida di Wembley contro il Manchester City per il Comunity Shield (la supercoppa inglese), il tecnico dei Reds Jurgen Klopp attacca le sfere dirigenziali che, per le varie leghe britanniche, decidono le date della stagione. La Premier League comincerà il 9 agosto, Liga e Bundesliga una settimana dopo, la Serie A il 24. "E io non capisco perché noi anticipiamo così tanto la ripresa dell'attività", che non può ancora disporre di Alisson, Salah, Mané e Firmino a causa degli impegni con le rispettive nazionali e poi delle vacanze a cui questi giocatori hanno diritto. "Inoltre il club ci dice di andare in tournee - insiste Klopp - e vorrei sapere con chi, non posso mica andare da solo. Ma la situazione è questa".

Klopp: "Ho parlato con Ancelotti"

Il Liverpool quest'anno sarà in lizza su ben sette fronti e 'rischia' di dover giocare 67 partite in 300 giorni. "Ho parlato con Carlo Ancelotti - aggiunge -: in Italia ci sono 20 squadre come in Premier ma la loro stagione comincia il 24 agosto. Koulibaly ha giocato la Coppa d'Africa con Mané e ora si sta facendo le vacanze, non è con loro. Davvero non capisco perché cominciamo così presto. La Premier League è un magnifico prodotto, ma così non ha senso, è assurdo". Dopo aver ricordato che l'estate del 2020 ci saranno anche Euro 2020 e un'altra edizione della Coppa America, quindi un carico d'impegni ancora maggiore per chi fa parte delle nazionali, Klopp attacca ancora: "Io amo il calcio, fosse per me giocherei ogni settimana - dice - ma qualcuno dovrebbe pensare anche ai giocatori, e invece nessuno lo fa. Cerco scuse? Niente affatto, non sono il tipo, ma bisogna preoccuparsi di certe cose e invece qui in Inghilterra nessuno se ne preoccupa".


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