Juve-Napoli, palla al centro sul Titanic

Il pasticcio di un’emergenza diventata emergenzialismo
Juve-Napoli, palla al centro sul Titanic© LAPRESSE
Alessandro Barbano
5 min

Metti il capitalismo più primitivo e spregiudicato che si conosca nel sistema di leggi eccezionali più confuse e contraddittorie che si possano immaginare, e avrai rotto il giocattolo del calcio italiano. Dove, siccome tutti hanno una parte di ragione, ciascuno guarda a quella sua propria. È questa l’Italia che, appena uscita dal picco pandemico, si accinge a rientrarvi scoprendo di non aver imparato niente.

Grassani: "Juve-Napoli si dovrà giocare"

È il pasticcio di un’emergenza diventata emergenzialismo. Di decreti del premier che per mesi sono piovuti da Palazzo Chigi sulle nostre teste, senza neanche passare dal Parlamento. E che in questo caso hanno compiuto il prodigio di trasformare il Paese dei mille e più campanili nel Paese delle cento e più Aziende sanitarie locali. Con l’effetto di affidare all’autorità di un medico di provincia il potere di fermare da solo il campionato. Potere di fatto inappellabile. Perché è vero che esiste il Tar, ma non alle ore 20 di un sabato sera.

Napoli, niente sconfitta a tavolino ma rischio penalizzazione

Di impugnare lo stop alla partenza il Napoli non ci pensava proprio, avendo creato tutte le premesse perché lo stop giungesse. Da amante dei paradossi e degli esiti rocamboleschi, De Laurentiis ha fatto come quegli ospiti del Titanic che si contendevano la cabina migliore mentre il transatlantico affondava. Aveva e ha ragione, il presidente del Napoli. Nessun tribunale ordinario potrà contraddire la linea dei suoi avvocati. Il divieto della Asl è esplicito: isolamento fiduciario per 14 giorni e rinuncia a partire. Contraddirlo avrebbe significato violare un provvedimento della pubblica autorità. Un reato. Ma questa ragione De Laurentiis se la porterà stretta stretta nel precipizio in cui il calcio è caduto. Perché il precedente che innesca mette a rischio la conclusione del torneo. E chi, come lui, ha speso fior di quattrini per rimpinguare la rosa, farebbe fatica a riaverli indietro sotto forma di diritti tivù se i play-off amputassero le 38 giornate inizialmente previste.

Ma ha ragione anche il medico di provincia dell’Asl Napoli Nord. Con rispetto parlando, ci ricorda il marito di madame Bovary, Charles, la cui ottusa buona fede non impedì la tragedia nel romanzo di Flaubert. È difficile che nel romanzo del campionato le cose vadano diversamente. Ma questa non era la preoccupazione del burocrate sanitario di Pozzuoli, quando ha firmato il provvedimento di quarantena di 14 giorni per tutti i “contatti stretti del positivo”, cioè per tutti compagni di Zielinski ed Elmas. L’ordinanza del ministro della Sanità del 21 febbraio scorso l’autorizzava a farlo, anzi glielo imponeva, disponendo all’art.1 che la quarantena è obbligatoria. Non solo questa regola non è stata mai abrogata, ma è stata rafforzata da una norma di rango superiore, cioè da uno dei tanti “dippicciemme” di Giuseppe Conte.

Spadafora: "La Serie A non è rischio a chiusura"

Ma volete negare un po’ di ragione anche alla Figc e alla Lega, che si appellano al protocollo vidimato perfino dal comitato tecnico-scientifico? Il sinedrio dei virologi ha sentenziato che un positivo non ferma il campionato, ma consente ai compagni di giocare grazie a due tamponi negativi. Per noi la legge è quella, hanno fatto intendere Gravina e Dal Pino, usciti dal colloquio con il ministro dello Sport. Entrambi sanno, però, che in un Paese normale le leggi le fa il Parlamento, in un Paese strano il governo e i ministri. Ma in nessun caso arrivano a farle i presidenti federali o dei club.

Gravina: "Juve-Napoli? Chi non rispetta il protocollo dovrà pagare"

E le leggi stanno lì. Una contro l’altra armate. Pronte a essere brandite con successo dal leguleio più abile a muoversi nelle falle del sistema. Povero giudice sportivo. Non vorremmo stare nei suoi panni. Non può decidere nulla secondo legge, né altrettanto può fare contro. Non gli resta che riportare le lancette indietro a prima che il pasticcio si compisse. E rimettere la palla al centro dell’Allianz Stadium per recuperare, dopo la sosta, Juve-Napoli. Sperando che il covid non faccia un dispetto più grosso.


© RIPRODUZIONE RISERVATA