Il Napoli scopre Anguissa: le 5 curiosità da sapere

Quello che c'è da sapere sul nuovo rinforzo per il centrocampo di Luciano Spalletti
Il Napoli scopre Anguissa: le 5 curiosità da sapere© Getty Images
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NAPOLI - È il nuovo rinforzo a centrocampo per il Napoli, una risorsa in più sui cui potrà contare Luciano Spalletti. Zambo Andre-Frank Anguissa arriva dal Fulham, club nel quale si è messo in mostra in particolare la scorsa stagione, attirando le attenzioni anche di Everton e Valencia. Alla fine però è stato il club di De Laurentiis ad avere la meglio, portando in Serie A il 25enne camerunese. Ecco cinque curiosità su di lui.

La scoperta

A scoprirlo è stato il suo primo allenatore Djibrilla Alain, che lo vide nel 2013 (allora 17enne) durante il talent camp del G8. Si tratta di una competizione per giovani calciatori che riunisce i migliori talenti dei centri di allenamento di tutto il Camerun: "La prima cosa che mi ha colpito di lui è stata la sua facilità tecnica con la palla", ha raccontato Alain.

Il modello

Il suo modello di ispirazione è Yaya Touré, come rivelato dallo stesso Anguissa ai tempi in cui giocava nell'Olympique Marsiglia: "Yaya Touré mi ha sempre ispirato. Recupera palloni, è un centrocampista 'box to box' e segna gol. È il modello ideale".

Il sombrero

Anguissa è un giocatore a cui piace molto il dribbling, ma senza voler umiliare l'avversario. In Spagna era diventato celebre il suo sombrero su Dani Carvajal contro il Real Madrid: "Era l'unica cosa che potevo fare per superlarlo, sono cose che vengono fatte d'istinto. I miei amici mi mandano a raffica il video di quel dribbling, ma non era un modo per prendermi gioco dell'avversario".

Soprannomi

Quando era bambino per le strade della sua città lo conoscevano tutti come "Zaf" (acronimo di Zambo Andre-Frank), mentre sui campi da calcio veniva chiamato "Robinho" o "Ronaldinho", perché giocava sempre con la maglia numero 10 e i due brasiliani erano gli esponenti più in voga di quel periodo per quel numero di maglia. Successivamente invece è stato chiamato "Il 6 perfetto" ("perché prendevo palla dalla difesa e la portavo nell'area avversaria dribblando tutti"), mentre una volta arrivato in Europa è stato soprannominato "Il Leone di Yaoundé".

Piatto preferito

Ogni volta che torna a trovare i suoi genitori non manca mai di festeggiare con un "okok", cioè un piatto a base di spinaci, zucchero e olio di palma: "È meglio del caviale! Mi ha dato la forza di sfondare". C'è da dire però che ancora non aveva assaggiato la pizza napoletana...


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