Napoli, Saccone: "I giocatori devono credere alla rimonta sull'Inter"

L'ex preparatore atletico azzurro ricorda anche gli anni di Mazzarri: "Sfiorato uno scudetto incredibile"
Napoli, Saccone: "I giocatori devono credere alla rimonta sull'Inter"© LAPRESSE
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NAPOLI - "L'Inter va come un treno però lo stato di forma in genere non si mantiene sempre, quindi io ci credo nella rimonta del Napoli, ma soprattutto devono crederci in giocatori. Devono continuare a macinare chilometri e fare allenamento per colmare il gap": Corrado Saccone, ex preparatore atletico del Napoli, dà la sua ricetta per la rincorsa degli azzurri all'Inter. Intervenuro ai microfoni di Radio Marte, l'ex collaboratore di Mazzarri e Benitez ha ripercorso la sua epserienza sotto il Vesuvio: "Gli anni con Mazzarri sono stati bellissimi - assicura - abbiamo raggiunto risultati insperati come un secondo posto incredibile. Abbiamo iniziato a giocare in Europa: ricordo ancora la prima partita contro l'Elfsborg in Europa League. Avendo una squadra non di campionissimi fare risultati è stato ancora più gratificante. Aronica per esempio non era un campionissimo, anche Grava. Fare un secondo posto con un certo tipo di giocatori è ancora più gratificante. I giocatori erano sicuramente predisposti alla battaglia, Walter poi ci ha messo qualcosa in più. C'erano anche dei campioni in quella squadra come Lavezzi, Hamsik, Cavani, per un anno abbiamo avuto Quagliarella. Era una squadra che rappresentava un mix giusto tra comprimari e campioni, abbiamo vinto anche la Coppa Italia. Poi con Benitez il Napoli è diventato internazionale ma ovviamente prima i ragazzi avevano dimostrato di valere tanto".

"Irripetibile il modello Mazzarri"

Un primo segnale che le cose, sia per il Napoli che per le altre pretendenti a palcoscenici importanti, era cambiato: "Il modello Mazzarri è replicabile? Tutto è cambiato - sottolinea Saccone - se vuoi competere a livello internazionale non puoi avere giocatori dall'ingaggio basso. Bisogna per forza avere un monte ingaggi superiore a quello dell'epoca. Non credo si corra il rischio di vedere raramente la Champions League, anche perché penso che chi giochi a Napoli dia sempre qualcosa in più. Contano anche le motivazioni, non penso che solo la crescita di altre squadre o valori più elevati altrui possano superare la voglia di fare bene dei giocatori. Il Napoli ormai è una delle prime quattro o cinque squadre d'Italia".


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