Mertens e Koulibaly, perché a Napoli non sia un tramonto

Domani non è un giorno come tutti gli altri. De Laurentiis ha il dovere di provarci
Mertens e Koulibaly, perché a Napoli non sia un tramonto© FOTO MOSCA
Antonio Giordano
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Domani è non è un giorno come tutti gli altri: Dries Mertens, alla mezzanotte, diventerà ufficialmente un calciatore in cerca di squadra; e Kalidou Koulibaly entrerà ufficialmente nel suo anno «bianco», perché esattamente dodici mesi dopo, il capitano del Napoli potrà svincolarsi a parametro zero. Il calcio è un sentimento popolare, non si separa dalle emozioni e dall’empatia che idoli o campioni riescono a creare con le proprie squadre e con la propria gente: ma cosa ne sarà adesso di «Ciro» e cosa potrà succedere al KK?

Domande che restano a galleggira nell’aria soffocante di questo mercato, senza che si possa ancora rispondere: Mertens è un’urgenza, dovrà decidere lui ma soprattutto Adl, che ha per copione ha il dovere di provare a chiamare il suo principe del gol; per Koulibaly, il Napoli può permettersi di meditare ancora, contemporaneamente alle riflessioni del senegalese, senza lasciare che passi troppo tempo. Dopo che è andato via Insigne, sarebbe un colpo basso ritrovarsi anche senza Mertens e temere di dover scoprire, il 30 giugno del 2023, che anche l’epoca di Koulibaly va considerata conclusa. Nulla è per sempre, ma almeno forse adesso è possibile dilatare questo distacco doloroso.


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