Napoli, parte un ritiro da Champions

Prima volta in Trentino per Olivera e Kvara, battezzato subito "scugnizzo georgiano"
Napoli, parte un ritiro da Champions© FOTO MOSCA
Fabio Mandarini
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NAPOLI - Splende il Napoli in Val di Sole. Per l'undicesima volta, come tradizione, però con un punto interrogativo grande così disegnato dalle incertezze del mercato. Del presente e del futuro. La situazione è questa, per il momento, ma il primo segnale di un ottimismo da ritrovare immediatamente è la lista dei convocati di Spalletti: tutti presenti, nessuno escluso, nonostante ieri a Dimaro sia arrivato appena un gruppo-prologo che introduce lo sbarco dei reduci delle Nazionali. Già presenti: Lozano, Fabian, Demme, Petagna, Mario Rui, Gaetano e i due nuovi acquisti Olivera e Kvaratskhelia. Assenti: Koulibaly, Osimhen, Di Lorenzo, Anguissa, Politano, Elmas, Meret e così via. E via davvero sono andati Insigne e Mertens, Ospina e Ghoulam (e Malcuit): questa è la storia di una rivoluzione annunciata che gradualmente è diventata talmente profonda da lasciare a Formentera un disoccupato da record e da sostituire un capitano napoletano con un aspirante scugnizzo nato in Georgia. Già, dopo un decennio o giù di lì non ci saranno Dries e Lorenzo, Mertens e Insigne: pezzi di storia e valanghe di gol. E con loro anche il portiere che il signor Luciano aveva indicato tra le colonne della rifondazione insieme con Di Lorenzo, Anguissa e Kalidou. Soprattutto lui, il capitano. Il capitano? Chissà.

Nuova era

E allora, la nuova era. Il nuovo Napoli che da oggi comincerà a costruire a Dimaro, tra le Dolomiti, la prossima stagione: lavoro duro e una certezza di nome Spalletti. L'uomo che ha riportato la squadra e la città in Champions e che ha sfiorato lo scudetto. Certo, i rimpianti non mancano, ma la base è solida e la rosa decisamente competitiva fino a prova contraria. Il discorso è quello solito, quello già fatto un anno fa con le stesse montagne sullo sfondo: se il mercato non creerà stravolgimenti sostanziali, allora il signor Luciano si ritroverà ad allenare una squadra molto interessante, con un fulmine georgiano tutto da scoprire e una saetta nigeriana che nelle ultime due stagioni ha pagato conti salatissimi a lady jella. Sì, questo è il Napoli di Kvara e Osi: 21 e 23 anni, voglia di vincere, velocità supersonica e l'aspirazione di colmare i vuoti eccellenti.

Viavai

Hanno già recuperato terreno, invece, Olivera e Lozano: il primo è reduce da un infortunio al ginocchio sinistro rimediato con la Celeste a Panama e il Chucky è stato operato il 20 maggio in Messico alla spalla destra: i test fisici sono andati bene così come i controlli, entrambi sono sulla via del rientro e sin da oggi cominceranno a lavorare secondo lo spartito che lo staff medico e quello tecnico riterranno più adatto. A proposito dello staff: per Dimaro non è partito Calzona, Ciccio, collaboratore tecnico che la Federazione slovacca ha scelto come ct della Nazionale che fu di Hamsik. Su suggerimento di Marek. Al suo posto c'è Salvatore Russo detto Sasà, ex giocatore della Salernitana ed ex vice di Martusciello a Empoli.

I nodi

Martedì, invece, arriverà De Laurentiis, reduce da un periodo a Los Angeles, e allora si che i primi nodi potrebbero arrivare al pettine. Si dice così, no? Fatto sta che qui è di nodi veri che si parla; situazione che strozzano il mercato e poi questioni da sistemare per consentire alla squadra di respirare un clima più sereno dell'aria incerta di mezza estate: da Fabian a Koulibaly, passando per il rinnovo di Meret, l'arrivo di Østigard magari già a Dimaro e gli umori di Demme, Politano e Anguissa. E poi, beh, Koulibaly. Innanzitutto, soprattutto: il presidente avrà un bel da fare, altroché, ma lui è un uomo di cinema. Di colpi di scena. Napoli ha bisogno di ottimismo, di invertire il trend: è vero che in questo periodo regnano i dubbi, ma quella che arriva è pur sempre la stagione del ritorno in Champions. Animo.


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