Karate Kim è il leader del Napoli: acrobazie, forza e gol

Nel ritiro della nazionale di Seul è stato accolto dal capitano Son come “mostro”: lo stop volante contro il Milan ha fatto il giro del mondo e lo ha consacrato
Karate Kim è il leader del Napoli: acrobazie, forza e gol© Getty Images
Fabio Mandarini  
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 NAPOLI - Son, il capitano della Corea che martedì lo ha accolto al raduno della Nazionale, lo ha definito: il Mostro napoletano. Mentre a Napoli, dopo la partita con il Milan a San Siro e l'acrobatico intervento in anticipo in area su Brahim Diaz è stato ribattezzato: Karate Kim. Il video di quella giocata straordinaria a un passo dal traguardo, sottolineata dall'urlo di Minjae, è diventato virale: splendida davvero e soprattutto fondamentale per blindare il 2-1 e il primo posto. Un gigante. E se il fisico da colosso aiuta a rendere l'idea del suo strapotere fisico, per capire il valore e l'impatto di questo difensore coreano di 25 anni bisognerebbe guardare le partite giocate finora. Otto, per la precisione, con una sola pausa con lo Spezia per esigenze di turnover: dal primo all'ultimo secondo. In un solo concetto? È già un insostituibile. Sì, è diventato imprescindibile al posto di un altro mostro (sacro) che finora non ha fatto rimpiangere neanche per un istante: Koulibaly, certo. Non era facile, anzi era davvero difficile affrontare con tale nonchalance questa sfida, eppure Kim l'ha vinta. Alla grande.  

Kim come Ibra 

E allora, il ragazzone di Gangnam Style ha smesso di ballare e ha cominciato a volare. E in mezzo, ancora un video che spopola sui social: a luglio fece scalpore la sua esibizione canora in ritiro sulle note del successo coreano - con tanto di coreografia - e invece da domenica è con il calcio che ha incollato gli appassionati al video. Anzi, con un calcio. Volante: una mossa che in qualche modo sembra richiamare le arti marziali e che nello specifico è servita ad anticipare Diaz in area nel pieno del forsennato attacco finale del Milan. La storia, ovviamente, è stata subito trasformata in una costola della saga del cinema: da Karate Kid a Karate Kim è un clic. Fantasia napoletana al potere. Lui però viene dalla patria del taekwondo, la passione di Ibrahimovic, e magari si potrebbe anche dire: Minjae come Ibra. Scelta ampia.  

Che acquisto per il Napoli

Parallelismi e suggestioni a parte, resta la prestazione: precisa e puntuale anche a Milano. Un po' come le precedenti: sempre oscillanti tra il buon e l'ottimo livello, con picchi di eccellenza registrati con il Liverpool da esordiente in Champions. In sintesi: il suo acquisto, preparato con cura per mesi e confezionato al volo dopo la cessione di Koulibaly al Chelsea, è stato davvero super. Bravissimo il ds Giuntoli, prima a puntarlo e poi a strapparlo alla concorrenza versando al Fenerbahce la clausola rescissoria (poco meno di 20 milioni): lo avevano nel mirino anche l'Inter, nei giorni della cessione mai definita di Skriniar al Psg, e poi il Rennes di Bruno Genesio, due stagioni fa suo allenatore al Beijing Guoan.  

Al mondiale

Già, a lasciare un segno profondo è proprio questo aspetto: Kim ha 25 anni - 26 il 15 novembre - ma in Europa ha giocato soltanto l'anno scorso. In Turchia. E prima d'allora campionati in Corea e in Cina, altri pianeti: lo chiamano il Mostro perché è una montagna di muscoli di un metro e novanta, ma è mostruosa anche la sua personalità. In 6 partite di campionato ha anche segnato 2 gol di testa, come Henry del Verona: nessuno come loro in Serie A; e poi è quinto nella classifica dei recuperi (74). Insomma si fa valere nel gioco aereo e in marcatura: è veloce, sereno e micidiale nell'uno contro uno. Il Napoli se lo gode, eccome, e ora la Nazionale coreana l'ha riabbracciato in vista del Mondiale dopo sei mesi d'assenza per problemi fisici: martedì è arrivato nel ritiro di Paju e la stampa ha raccontato che s'è messo subito a trascinare il gruppo. Il re degli scherzi e delle battute. Domani e domenica, però, si fa sul serio in amichevole con il Costarica e il Camerun, e poi, a metà della prossima settimana, tornerà in Italia per sfidare il Torino. Una maratona, una fatica. Sì, ma che soddisfazione.


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