Napoli, la macchina perfetta: gol con tutti e più di tutti

Miglior attacco in Serie A e in Champions per gli azzurri, con dodici uomini a rete. La qualità dei singoli e una mentalità da Europa
Napoli, la macchina perfetta: gol con tutti e più di tutti© Getty Images
Fabio Mandarini
4 min

NAPOLI - Quei bravi ragazzi di Spalletti hanno l'istinto dei killer dell'area di rigore: 6-1 all'Ajax e fiumi di champagne. Facce pulite, tanti giovanotti, uno studente universitario (Jack) e l'umiltà di quelli che per la prima volta hanno cominciato a guardare il calcio in ottica Champions. Un bel po' gli illustri esordienti, sì: da Anguissa a Simeone, passando per Kim, Kvara, Rrahmani, Raspadori e Olivera. Già, ma chi lo direbbe? Napoli spietato, macchina finora pressoché perfetta con l'asso nella manica di una catena di sinistra micidiale e poi Napoli che spara palloni a raffica. Che segna come nessuno in Italia e in giro per l'Europa: i 18 gol del campionato e i 13 d'Europa valgono lo scettro del miglior attacco in entrambe le competizioni. E ancora: dodici uomini a rete, dopo la prima di Amsterdam con la fascia firmata Di Lorenzo, e una tale varietà che parte dai difensori e culmina negli attaccanti. Tutti. Soprattutto nel momento del bisogno creato dall'assenza di Osimhen, un fattore che una stagione fa, dati alla mano, creò uno scossone tangibile e che invece, nell'ultimo mese e nelle ultime cinque partite (e mezza) è servito a responsabilizzare il gruppo. Che ha risposto come un ciclone vincendo sempre con 6 gol in campionato e 9 in Champions, 15 in totale. Diciassette se contiamo anche i due realizzati dopo la sua uscita di scena con il Liverpool. Il Napoli fa paura a tutti, ormai, ma la cosa bella è che finora non ha fatto paura a se stesso. Guardandosi allo specchio: in estate Spalletti chiedeva gente in grado di non inciampare per l'emozione salendo i gradini del Maradona e dei grandi stadi d'Europa, e a quanto pare hanno tutti le gambe molto solide.

Cervelloni umani

E allora, Napoli grandi firme. Grandi vittorie, grandi prestazioni, grande squadra. E grandi numeri: imbattuto su tutti i fronti con 9 vittorie e 2 pareggi e titolare del miglior attacco d'Italia e di Champions, tanto per cominciare, ma in coppa ci sono altre statistiche a fare la differenza: mai nessuna italiana aveva realizzato 13 gol nelle prime tre della fase a gironi e in realtà neanche 11; mai nessuno aveva segnato più di 4 gol all'Ajax alla Johan Cruijff ArenA; e mai nessuno aveva viaggiato alla media gol-partita tenuta finora dagli azzurri in una stagione di Champions: 4,33. Il record a fine girone detenuto dal Psg, 25 reti nella stagione 2017-18, non è poi così lontano per un gruppo dotato di questo straordinario impatto offensivo. Tanto per: il record alla fine di una Champions intera appartiene al Barça di Figo, Rivaldo e Guardiola e risale al 1999-2000: 45 giri di musica catalana doc.

Previsioni

Che storia, che tradizioni. Mentre assolutamente moderna è l'analisi dei cosiddetti xG, expected Goals o gol previsti, ovvero le reti che secondo una serie di parametri una squadra avrebbe dovuto realizzare: in Champions, per il numero dei tiri e la qualità delle occasioni, il Napoli ne avrebbe dovuti segnare 10.9, e invece Jack e gli altri ne hanno collezionati addirittura 13. Gli umani che battono il cervellone.

A sinistra

Di Lorenzo, nel frattempo, ha portato a dodici il numero degli uomini-micidiali: comanda Kvara con 6 gol e poi, a seguire, Raspadori e Zielinski con 4; Anguissa, Politano e Simeone con 3; Osimhen e Kim con 2; Elmas, Di Lorenzo, Lobotka e Ndombele con uno. Trentuno reti con una produzione offensiva totale, a tutto campo, che però vanta una catena di sinistra devastante: l'asse Mario Rui-Olivera, Zielinski, Kvaratskhelia. Una giostra: 10 gol e 14 assist in totale. E ora, non resta che attendere il rientro di Osi e poi ricominciare a guardare. E a contare: perché il Napoli, guai a dimenticarlo, è l'imperatore di due regni del gol senza il suo principe. Appuntamento a Cremona.


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