NAPOLI - Un mese e mezzo. Per la precisione: 43 giorni (oggi) senza una delle sue dormite celebrative. La cosa fondamentale era di certo recuperare la condizione e soprattutto il ritmo giusto, ma è chiaro che se Kvara dovesse ritrovare anche il gol con il Crystal Palace dopo tanto tempo sarebbe la migliore notizia di fine ritiro. Alé. Ci risiamo: la prima partita con l'Antalyaspor ha confermato che ormai la lombalgia che l'ha costretto a saltare le ultime tre di campionato prima della pausa è un ricordo lontano e la seconda con gli inglesi servirà a mettere a punto un po' di cose: corsa, movimenti, giochetti vari e poi la confidenza con la porta. Uno dei grandi amori del signor Kvaratskhelia. E d'accordo, quella di oggi sarà anche un'amichevole, ma è proprio tra amici, a Dimaro, che Khvicha ha cominciato a spiegare al mondo di cosa fosse capace. E poi, si sa, certe ottime abitudini è sempre meglio coltivarle: il 4 gennaio e l'Inter non sono mica così lontani. Proprio come il sogno chiamato scudetto. Pardon: il progetto.
La storia
E allora, il bis di Kvara: buona la prima, giocata per un tempo senza tradire mai l'idea di aver smaltito il problema che l'ha tormentato sin dalla notte con un'altra inglese illustre. Il Liverpool: fu dopo un colpo rimediato ad Anfield, in Champions, che venne fuori una lombalgia talmente acuta da fargli disertare la trasferta di Bergamo con l'Atalanta e le successive del Maradona con l'Empoli e l'Udinese. Tre partite che il Napoli è riuscito comunque a vincere, consolidando il primo posto in campionato e l'imbattibilità. Benissimo, vero? Ma ora, cioè dal 4 gennaio a Milano, serviranno tutte le energie e tutti i colpi possibili per continuare a marciare verso un traguardo che da queste parti non è mai più stato tagliato sin dall'epoca di Diego e i suoi immortali. Già, ad aprile saranno 33 anni: Khvicha non era neanche nato. Mentre 43, dicevamo, sono i giorni senza uno dei suoi gol: l'ultimo con il Sassuolo, il 29 ottobre.
Superato
Un periodo non esattamente facile, insomma. Il primo italiano dopo una partenza straordinaria: i problemi fisici, le partite in fumo e poi la storia dei ladri in casa e del furto della Mini ritrovata in un clic. Tutto alle spalle, comunque: Kvaratskhelia s'è curato a Napoli e poi a Tbilisi, in Georgia, dove ha continuato a seguire le indicazioni dello staff medico e ha ricominciato ad allenarsi gradualmente in campo nel corso della pausa. Delle vacanze che hanno preceduto il ritiro di Belek: un periodo che ha sfruttato al meglio facendo benzina con il lavoro a secco e poi migliorando, tatticamente, i movimenti e le giocate che Spalletti vuole da lui. La partita con il Crystal Palace, insomma, sarà un ulteriore test: molto attendibile, altroché. Proprio come quelli di sabato con il Villarreal e di mercoledì 21 dicembre con il Lilla. Entrambi al Maradona: uno stadio già pazzo d'amore che muore dalla voglia di riabbracciarlo. E di godere di quel modo di giocare che è già diventato uno stile. Unico: alla Kvara.