Napoli, ecco il programma scudetto: la strategia di Spalletti

L’insostenibile ritmo della capolista rende il torneo dell’Inter e delle altre una durissima gara a inseguimento
Napoli, ecco il programma scudetto: la strategia di Spalletti© ANSA
Antonio Giordano
4 min

Così, a naso, sarà ancora un lungo viaggio, che però potrà durare non oltre il 4 giugno: 120 giorni a partire da domenica, con tappa a La Spezia, e vai a capire se sarà necessario fermarsi un po’ prima, per far festa. Questa non è la cronaca di un trionfo annunciato, nel calcio non si usa così, ma nel giornalismo si può azzardare, perché a volte - canterebbe Vasco Rossi - tutto ha un senso, anche se questa vita un senso non ce l’ha: i tredici punti di vantaggio che si conquistano in cinque mesi (e venti partite) si possono anche perdere in altri quattro mesi (e diciotto gare); però se tutto quello che è accaduto sinora esprime una cifra tecnica, che va persino al di là dei risultati, ci sono un bel po’ di indizi che spingerebbero Agata Christie a descrivere il delitto perfetto e a indicare pure il killer, seriale. Il Napoli ne ha vinte sedici, ne ha pareggiate due, ne ha persa una: è stato capace di andarsene a spasso a fare shopping a Milano contro i campioni d’Italia, a Roma contro Sarri e Mourinho, a Bergamo contro Gasperini e in casa sua, un giardino sempre più verde, ha messo sotto la Juventus e poi di nuovo lo Special One. Ce n’è abbastanza per pensare, dire e scrivere che solo un clamoroso miracolo all’incontrario potrebbe azzerare tutto quello che si è visto da agosto ad oggi, in questo teatro errante a cielo aperto che ha stupito il calcio italiano ed europeo e l’ha indotto a restare con il naso all’insù: mica solo i bambini fanno ohhhh. E però adesso, dentro al Bar dello Sport, e pure nei segreti inconfessabili di Napoli ch’è la Patria della scaramanzia, la domanda che s’insegue sinceramente spontanea è: quando e dove? La road map dello scudetto è stampa a nell'anticamera del cervello di una città che usa prudenza in pubblico e intimisticamente implode: certe cose non si confessano neppure sotto tortura ma l’aritmetica non è un’opinione e si fa in fretta a dar di conti. L’Inter, ch’è seconda al di là del burrone, per riuscire a capovolgere questo potere inaspettatamente costituito con prove di forza avrebbe intanto bisogno di vincerle tutte, dopo averne perdute sei, e arrivare a 94: e per stare un gradino sopra, al Napoli basterebbe semplicemente perderne quattro, finirebbe a 95 e non concederebbe nessuna chanche matematica alla più immediata delle inseguitrici, quella che vive in un microcosmo a parte.

Il premio

 percorso resta umanamente accidentato, cosi direbbe qualsiasi allenatore, e in nove gare interne e altrettante in giro per l’Italia ci saranno trappole sparse un po’ ovunque, perché nessuno ama consegnarsi come agnello sacrificale: sarà per riconoscere i meriti maturati in queste venti sfide o per evitare che cali la tensione, che senza entrare nel dettaglio De Laurentiis, alla cena dell’altra sera, s’è sbilanciato ed ha parlato di un premio, che verrà poi definito quando sarà il momento. Ma il Napoli, fisiologicamente, entrerà nella sua fase più stressante, fisica e psicologica , a metà febbraio, quando si ripresenterà la Champions League, che finirà per incastrarsi tra le trasferte con Sassuolo ed Empoli e poi tra il braccio di ferro con Gasperini e il suo legittimo erede Juric, uomini che non ti lasciano respirare e che non avranno altre distrazioni, se non il campionato. Ma al Maradona arriveranno tutte le grandi (la Lazio il 3 marzo, poi l’Atalanta l’11, il Milan il 24, l’Inter il 21 maggio) e tra i rischi ad altissima densità nel suo peregrinare inseguendo il sogno, a Spalletti resterà semplicemente il faccia a faccia a Torino, contro Allegri (il 23 aprile). In genere nelle favole c’è il lieto fine...


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