Napoli, ventiquattro Daspo e un’inchiesta: cosa succede in città

Contestazione e violenza contro il Milan sotto accusa il caro biglietti e i divieti (non imposti   alle tifoserie avversarie)
Napoli, ventiquattro Daspo e un’inchiesta: cosa succede in città© FOTO MOSCA
Fabio Mandarini
5 min

NAPOLI - Fino a una settimana fa era Napule è: la città della gioia. Ma questa, se vogliamo raccontarla con la voce di Pino, è la triste storia di un'altra musica. Un altro brano: Suonno d'ajere. Sogno di ieri. Meno conosciuto, roba da intenditori, e di certo più nostalgico. Curiosamente inserito nell'album "Terra mia" al numero 4 - come i gol del Milan - e decisamente adatto per l'occasione: la canzone dice che Pulcinella è cambiato e s'è tolto la maschera; che una volta faceva ridere e scherzare e che oggi, invece, è parecchio incavolato. Ecco, la fotografia della bruttissima domenica del Maradona di Napoli-Milan: spaccato, confuso, silenzioso, contestatore, offeso dalla violenza di pochi delinquenti e deriso dagli ospiti, all'improvviso padroni in casa d'altri. Uno stadio in crisi d'identità e incapace di tifare, un teatro dell'assurdo: i gruppi organizzati delle curve che tacciono e creano d'imperio un vuoto al centro del settore, che accendono fumogeni vietati e infine insultano De Laurentiis per i prezzi della Champions, per il regolamento d'uso dell'impianto e per certe dichiarazioni non gradite; i tifosi comuni che fischiano quelli organizzati e li invitano ad andare via; gli ultras di fazioni diverse e opinioni divergenti che si menano in curva, e di brutto, in mezzo a famiglie con bambini in lacrime; la Questura che il giorno dopo annuncia 24 Daspo e la Procura che aprirà un'inchiesta. Per la cronaca, il Napoli è primo in classifica con 16 punti di vantaggio sulla Lazio e la città fa festa da settimane in attesa dello scudetto: già, ma Pulcinella è arrabbiato. Ha perso la maschera come Osimhen.  

L'inchiesta

E allora, la notte surreale di Napoli-Milan: un caso pieno di contraddizioni. Un caso nazionale: «Vorrei tanto che RISPETTO finisse su tutte le maglie per testimoniare un impegno in campo e sugli spalti dei nostri stadi, ma non solo. Quindi, non si possono accettare le risse delinquenziali in curva che mettono a repentaglio la sicurezza dei tifosi e i cori razzisti, tutti!!!», ha twittato il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi. Anche il sindaco della città, Gaetano Manfredi, è intervenuto sulla questione: «Penso che dobbiamo ricomporre un'unità nel tifo e trovare una forma di partecipazione inclusiva e popolare perché questo deve essere un periodo di festa e non di contrapposizione». La Procura di Napoli, nel frattempo, indaga: scontata un'inchiesta sugli scontri di domenica in Curva B.  

La protesta

I contestatori, nel frattempo, chiedono pubblicamente a Spalletti di mediare con De Laurentiis: il dialogo tra club e ultras è inesistente e la frattura atavica. Anche tra gli ultras uniti dalla polemica contro il presidente ci sono due fazioni: quelli che non sottoscriveranno la Fidelity Card a costo di non entrare allo stadio - in Champions è obbligatoria - e quelli che invece l'hanno sottoscritta. Nel mirino, oltre alla vecchia Tessera del tifoso, anche il prezzo dei biglietti delle curve per i quarti di coppa con il Milan: 72 euro per gli abbonati e 90 euro per i non abbonati, senza distinzione tra anello superiore e inferiore. Gli ultras, tra l'altro, lamentano anche il divieto di introdurre bandiere, tamburi e fumogeni a differenza di quanto accade in altri settori (Ospiti compresi): il regolamento d'uso dello stadio, al punto 13, informa che bisogna richiedere un'autorizzazione al Gos da inviare via mail al club, ma fino a un certo punto di questa stagione tamburi e bandiere non sono mai mancati. Almeno fino agli incidenti di gennaio sull'A1 con gli ultras della Roma. 

Il vertice

Ieri in Prefettura è andato in scena un incontro tra prefetto, questore, sindaco e De Laurentiis: il tema principale è stato l'organizzazione della festa-scudetto, ma la riunione ha inevitabilmente toccato la tensione crescente. Dallo champagne all'acqua sporca. 


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