Osimhen pronto a scatenarsi: la statistica fa sognare i tifosi del Napoli

Il nigeriano punta il Milan e sogna la rimonta: senza di lui la squadra ha segnato soltanto due gol
Osimhen pronto a scatenarsi: la statistica fa sognare i tifosi del Napoli© LAPRESSE
Fabio Mandarini
3 min

NAPOLI - La maschera di Pulcinella bruciata a San Siro tra le fiamme della coreografia del Diavolo non serve più: ieri al Maradona è tornata la mascherina di Osi. Lui, Victor: di nuovo in campo per ventuno minuti dopo un paio di settimane tra le catene dell'infortunio e già proiettato al bis di Champions con il Milan. Ha saltato la prima a Milano pur avendola inseguita fino all'ultimo istante, è vero, però la prossima la vivrà dall'inizio: titolare, altro che storie. E se per caso qualcuno nutriva anche un dubbio piccolo così, a spazzare via l'incertezza ci ha pensato il boss, Spalletti in persona: giocherà, ha detto, e giocherà subito. Chiaro e tondo: forza, soluzioni, impatto fisico, potenza offensiva, difensiva e aerea. E poi entusiasmo: il signor Luciano lo spedisce dentro e il Maradona esplode, letteralmente. E si carica, reagisce, si anima: come se il solo fatto di vederlo in campo valesse un gol o un pericolo. Lui, per la verità, non ha fatto nulla per smentire la gente: gli sono bastati otto minuti per spedire sulla traversa un missile con il destro. La prima e unica vera occasione del Napoli con il Verona è stata sua: mica un caso. Semplicemente Osi: lo scudetto e la Champions, ora, dipendono dai suoi gol.

Vai Osi

E allora, l'uomo della speranza. Una speranza rifiorita al 28' minuto della partita con il Verona: a Napoli piove e il popolo tuona. Tuona il suo nome, fulmini di gioia: è mancato da morire ai tifosi, è mancato tremendamente anche in campo. Due i gol realizzati dal Napoli nelle ultime quattro partite: tre giocate senza di lui e ieri con Victor in campo per ventuno minuti. Un tempo ristretto, d'accordo, ma un tempo giusto dopo l'infortunio all'adduttore sinistro che l'ha costretto a saltare la trasferta di Lecce e poi le prime due del tris con il Milan. Una al Maradona, in campionato, e una a San Siro, in Champions: due sconfitte. La caccia a un posto in semifinale è giocoforza più complessa, per carità, ma l'1-0 del primo atto di Milano concede al Napoli notevoli chance di qualificazioni da sfruttare con il suo totem al centro dell'attacco. Martedì, la notte di Osimhen: ha fatto di tutto per esserci e lo staff medico ha fatto di tutto per accontentarlo. Et voilà.

La sete

Già ieri, in quello spazio di partita strappato con le unghie alle conseguenze dell'infortunio rimediato con la Nazionale, gli effetti del ritorno sono stati tangibili: minuti di panico, corsa, ruggiti, entusiasmo e una traversa. Una traversa piena, d'istinto e potenza: ce l'ha nel sangue, non c'è niente da fare. Questione di centimetri o forse millimetri e sarebbero stati 22 gol in campionato e 26 in totale: magari ha fatto le prove. Magari ha cominciato a prendere le misure: il martedì di Champions non è mica lontano e lui è carico. Un bel po': quando l'arbitro ha fischiato s'è incavolato di brutto perché avrebbe voluto continuare ancora. E ancora, fino alla vittoria: Victor ha sete. Una sete del diavolo.


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