Questa volta gioca il Maradona

Le polemiche spazzate via dopo l’incontro ADL-tifosi: ora sarà tutta un’altra musica
Questa volta gioca il Maradona© LAPRESSE
Antonio Giordano
3 min

NAPOLI - Ciak, si vira: e ora che in quello stadio torna ad esserci «vita», giocare in dodici diventa un vantaggio o comunque una sensazione da assaporare. Sono volate via due settimane, tra manifesti, silenzi, summit e chiacchiere buttate al vento, in un clima avvelenato da «tutti contro tutti» fronteggiato senza se e senza ma da Spalletti: e quando ormai pareva che non ci fossero più margini per sistemare il «Maradona», ecco che se ne riscopre l’effetto e il suo «potere», la forza trascinante o semmai semplicemente la normalità. Cinquantaquattro mila tifosi, con le curve e De Laurentiis che hanno scelto il dialogo - o chiamatela tregua - dentro una storia nella quale ci sono conflitti paradossali che sembravano insanabili e che invece sono stati ricomposti in un insolito appuntamento al Britannique, tra questi due universi meno distanti di quanto s’era intuito.

Il passato

Napoli-Milan, il 2 aprile scorso, era stato uno «strazio» di un’ora e mezza, con «carinerie» contro De Laurentiis, un silenzio surreale squarciato dalla contestazione degli ultras, scontri nella curva B, le «risposte» insofferenti degli altri settori ispirati a sostenere per tacitare le voci del dissenso: novanta minuti apparsi come sfregio su un’annata fantastica, prologo di giornate attraversate furiosamente con volantini in cui raccontare il perché. I rapporti, mai idilliaci, s’erano già inaspriti per una serie di divieti - niente striscioni e niente tamburi e fumogeni - figli dei divieti generati dagli incidenti dell’8 gennaio sull’A1, area di servizio di Badia del pino, quando un gruppo di napoletani e di romani si scontrarono e la degenerazione finì per bloccare l’autostrada, troncando il Paese in due. Poi, il caro-biglietti per la sfida con il Milan di Champions, novanta euro per le curve, avrebbe prodotto l’ennesimo strappo, stavolta assai fragoroso, anche assai doloroso.

Riunioni

Nel mezzo, pure la festa scudetto, il timore di ritrovarsi nel cuore di una frattura irreparabile, gli appuntamenti con Prefetto e Questore per avviare un piano di prevenzione in grado di evitare il minimo pericolo: e intanto, anche a Lecce - millesettantacinque sostenitori al seguito - la dimostrazione dei tifosi di una insofferenza incontrollabile nei confronti di De Laurentiis, in quel venerdì santo divenuto poi pure il bersaglio dei tifosi del Lecce e, a distanza, incredibile ma vero, di quelli del Milan, solidali con il mondo ultras del Napoli.

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E invece sabato, mentre stava per cominciare Napoli-Verona, De Laurentiis ha impresso una sterzata, ha atteso i leader delle curve all'hotel Britannique, ha parlato con loro, ha ascoltato, hanno avuto modo di confrontarsi, hanno rimosso il gelo e poi il presidente del Napoli ha twittato: «Napoli siamo noi. Presidente e tifosi uniti per vincere». Su il sipario, è un altro Maradona.


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