Napoli-Milan: Osimhen più Kvaratskhelia, gli assi di Spalletti

Fatti l'uno per l'altro, i due attaccanti hanno spinto gli azzurri con 39 gol e 21 assist ma non hanno mai segnato ai rossoneri: ci proveranno nel derby di Champions League
Napoli-Milan: Osimhen più Kvaratskhelia, gli assi di Spalletti© Getty Images
Antonio Giordano
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CASTEL VOLTURNO - Sembrano fatti l’uno per l’altro, e forse lo sono: uno è nigeriano, l’altro è georgiano, ma in questo mondo globalizzato i «gemelli» conoscono una lingua universale, che non ha frontiere. E poi si dice gol ovunque, e per sessanta volte assieme - sgolandosi - hanno urlato assieme al Napoli, l’hanno spinto al delirio, ci hanno messo comunque qualcosa di proprio, segnando o ispirando con un assist, perché i ragazzi sono fatti così, amano condividere le emozioni, senza gelosie. Quando a Verona, era appena la prima giornata di campionato, faceva caldo e a Napoli non esisteva certo percezione di poter vivere dentro a un sogno di questa portata, cominciò la parata di stelle, crederci e convincersi d’essere dinnanzi a due fenomeni (quasi) paranormali fu semplicemente un attimo: Kvara segnò alla Osimhen, staccando all’ombra del suo partner di testa e Osi s’industriò alla Kvara, andando sul secondo palo per il tap in. Fu un modo per confondere le acque oppure no, fu semplicemente un segnale lanciato sul campionato, diffidente prima e incredulo poi, perché intanto - gattopardescamente - qualcosa è cambiato, senza che mutasse nulla.

Il re

Osimhen ne ha segnati (complessivamente) venticinque, pur dovendo starsene a guardare per un bel po’, dieci partite, che sarebbero state utili per arricchire la propria media e sistemarlo nell’Olimpo, dove comunque si è adagiato dolcemente: per starsene in pace con se stesso, però, il principe del gol di una classifica cannonieri che in campionato gli appartiene indiscutibilmente, ci ha pure sistemato cinque assist, due dei quali per il socio, con il quale basta uno sguardo per capirsi o anche una finta, una diavoleria qualsiasi, che rientra nel codice genetico di entrambi.

Lo showman

Kvaratskhelia si è dovuto costruire una fama, ed ha impiegato una finta, ma soprattutto ha tratteggiato un'identità, perché se a fianco alle quattordici reti ci sistemi anche sedici assist, allora l’etichetta di filantropo non è una concessione, ma un dovere da assecondare e un riconoscimento che va offerto a prescindere. E Osi, che è pure intellettualmente onesto, sa leggere dentro le statistiche o nella memoria e ricorda perfettamente che per sette volte a renderlo devastante è stato il suo «fratellino» della fascia sinistra, spalancandogli prima la porta e poi le braccia.

Digiuno

Osimhen non esulta da Torino, digiuno più lungo da quando è rientrato, a ottobre, dopo l’infortunio al bicipite femorale: ma in queste quattro partite, tre le ha guardate dal divano e una, contro il Verona, gli è servita per scaldarsi 21 minuti (incluso recupero), colpire una traversa e inviare un messaggio al Milan. Kvara, come Osi, s’è fermato il 19 marzo, proprio prima dalla sosta, quando andò sul dischetto e cancellò ogni forma di paura. Ma l’uno e l’altro non hanno mai segnato al Milan: questa è la Champions, stavolta vale doppio...


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