Raspadori, l’uomo scudetto dai gol pesanti

Mai una parola fuori posto, tanta panchina e gol pesanti: Jack è il volto sorridente di questa favola
Raspadori, l’uomo scudetto dai gol pesanti© FOTO MOSCA
Massimiliano Gallo
4 min

Il gol scudetto lo ha firmato lui: Giacomo Raspadori da Bentivoglio, 23 anni. Lui che quest'estate fremeva dalla voglia di arrivare a Napoli. Mai visto un calciatore arrivare alle visite mediche col sorriso a trentadue denti. Così si presentò a Villa Stuart. Quasi lo stesso sorriso esibito ieri sera al minuto 94, allo Juventus Stadium, quando al volo di sinistro ha scaraventato alle spalle di Szczesny il cross di Elmas. Stessa porta dove Koulibaly segnò un gol che poi divenne il manifesto dell'illusione. Questa volta è diverso. Quel sinistro al volo è la firma sul terzo scudetto del Napoli. Passerà alla storia. Raspadori si è presentato ai microfoni visibilmente emozionato.

La gioia

«Sono scosso, emozionatissimo, la volevamo tanto questa vittoria, ci abbiamo creduto fino all'ultimo - ha dichiarato l’attaccante - una vittoria importantissima. Un gol molto importante, ci dà una grande mano. Venivamo dalla delusione in Champions. Io cerco sempre di fare del mio meglio. Non c'è mai un motivo giusto per infortunarsi, è stato un momento difficile, abbiamo lavorato tutti per uscirne. Sono molto felice per questo gol. Domenica prossimo lo scudetto può essere matematico? Noi abbiamo in testa di fare tre punti con la Salernitana. Con questa mentalità siamo arrivati fin qui».

Foto

Il gol è stata una fotografia del Napoli di quest'anno. Cross di Elmas e colpo al volo di Jack. Spalletti lo ha sempre detto: ci sono i titolari di novanta minuti ma sono titolari anche quelli che giocano venti minuti. Ieri sera Raspadori ne ha giocati dieci. A volte bastano. Il centravanti col sorriso. Ha giocato pochissimo ma non ha mai detto una parola fuori posto. Mai. Nemmeno quando Mancini lo ha schierato centravanti della Nazionale e di fatto era e forse è il miglior attaccante italiano. Si è allenato, non ha mai neanche lontanamente accennato una polemica.  

Equilibrio

Per lui Spalletti aveva anche ipotizzato di cambiare l'assetto della squadra. Ci ha provato nel periodo di pausa per i Mondiali. Era un delitto tenerlo fuori ma le squadre sono ingranaggi delicati, ci sono equilibri molto labili. Ci ha pensato ma sarebbe stato un azzardo eccessivo cambiare l'architettura di una squadra che aveva dominato la prima parte della stagione. E così Raspa si è accomodato in panchina. E quando è stato chiamato in causa, ha sempre risposto obbedisco.

Gol pesanti

È la seconda volta che ha segnato un gol da tre punti in campionato con la maglia del Napoli. La prima è stata contro lo Spezia. All'89esimo. Era la sesta giornata, il calendario segnava 10 settembre. In pochi, all'epoca, avrebbero scommesso sulla vittoria dello scudetto della squadra di Spalletti. Un successo che si spiega, tanto, col comportamento dei Raspadori, dei Simeone, degli Elmas, dei Juan Jesus. Così si costruiscono le squadre e con queste squadre si vincono lo scudetto. Se poi hai il centravanti della Nazionale che sta in panchina col sorriso sulle labbra e quando entra, segna gol decisivi, i titoli diventano una logica conseguenza. Del resto lui, Jack, aveva capito tutto con mesi d'anticipo. Perciò quest'estate si impuntò col Sassuolo: lasciatemi andare a Napoli


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