Osi ragazzo della Curva: Napoli, come canta il bomber

Di ritorno da Torino, il centravanti nigeriano a Capodichino sale sul tetto del pullman e fa il capotifoso tra la gente
Osi ragazzo della Curva: Napoli, come canta il bomber© ANSA
Fabio Mandarini
4 min

NAPOLI - Il meraviglioso mondo di Osimhen è un mondo al contrario, per una notte: lui canta e i tifosi giocano la partita della gloria. Ed è un posto meraviglioso e colorato d’azzurro, verde, bianco e rosso. E oro: quello dei suoi capelli che fanno su e giù al ritmo dei cori di uno stadio popolare che lui, un ragazzo felice e scatenato in mezzo alla sua gente, dirige come il capo dei tifosi. Victor è l’anima dello scudetto ed è l’anima della festa: è il primo a venire fuori dal tettuccio del bus azzurro per festeggiare con il popolo un titolo ormai scritto ed è l’ultimo a tornare dentro. Ed è ancora lui a invitare Kvara, il suo gemello, a partecipare allo spettacolo: domenica sul tetto di un pullman e domani sul tetto d’Italia. «Cari napoletani, avete aspettato abbastanza: ora tocca a voi!». Come vuoi, Osi.

Vieni Kvara

E allora, la folle notte di Napoli. E di Osimhen: irrefrenabile, incontenibile, ubriaco di gioia. Mezza vita a soffrire, a inseguire sogni con le scarpe rovinate per le strade di Lagos, e poi lo scettro di campione. E di capocannoniere: Re Victor, re leone. E i diecimila di Capodichino ai suoi piedi: il bus della squadra comincia a navigare il mare umano e Osi irrompe come un fulmine. Clic: il tetto si apre e appare lui. In canotta bianca e con una sciarpa del Napoli sulla fronte, un po’ pirata e un po’ scugnizzo: lancia la maglia ai tifosi e comincia a esultare; a cantare e a festeggiare. Poi, dicevamo, l’invito a Kvaratskhelia: gli tende il braccio e lo aiuta ad arrampicarsi, un po’ come accadde in campo dopo il Milan. Loro, i simboli del trionfo. E a vederli così, in mezzo alla gente, è uno spettacolo più bello di un assist e un gol: è il senso del calcio, è il delirio del popolo. E non finisce mica: arrivano Lozano, Elmas, Di Lorenzo, Anguissa, Kim e tutti gli altri. Si passano un megafono. Cantano: la Curva Azzurra.

Yoga e dediche

A proposito di Minjae: dopo la partita e prima della festa, secondo testimonianza social di Kvara, decide di rilassare i nervi in aereo con un po’ di yoga. Testa giù e gambe in aria: meglio scaricare lo stress. Osi, invece, aveva cominciato a darci dentro già a Torino: prima la consegna della maglia promessa a un bimbo torinese che in occasione della sfida con il Toro s’era presentato in campo con la sua maschera all’ingresso delle squadre, e poi la diretta Instagram dall’aeroporto. Lui e il mondo dei follower: «Saremo presto campioni, nessuno lo merita più dei napoletani. Ormai è troppo tardi per fallire», dice. E giù il coro con tutti i compagni già seduti in aeroplano: «La capolista se ne va». Tifosi impazziti, equipaggio impeccabile e super professionale: la squadra urla, «Vinceremo il tricolor», e uno steward detta istruzioni imperturbabile. Pronti al decollo: indossare cinture e scudetto. Thanks.

Gol scudetto

E ora, un paio di giorni di riposo: dall’amore dei tifosi a quello della sua famiglia. Di sua figlia Haley True, il primo regalo - il più bello - di una stagione destinata a passare alla storia di Osi come speciale: l’amarezza Champions è smaltita, o almeno è un’ombra, ma tra sabato e domenica ci sono due partite da giocare: quella con la Salernitana e poi Inter-Lazio. Il finale da sogno nel sogno? Semplice: inchiodare lo scudetto con un gol. Re, leone e capocannoniere. Sipario.


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