Un film del genere, pieno di vita e d’emozioni, di lacrime e di tormenti, ce l’aveva nelle corde, inconsapevolmente: perché puoi stare pure a passeggiare sul red carpet o lì intorno, sentire il ciak del regista, il ronzio delle telecamere, chiacchierare amabilmente con Angelina Jolie e Gwyneth Paltrow, ma se non hai mai messo la testa nel pallone, ne ignori le potenzialità mediatiche, i suoi effetti speciali e pure le tue capacità da visionario allo stato puro. Aurelio De Laurentiis, nel settembre 2004, sapeva quasi tutto di sé, tranne di avere un futuro mica soltanto dietro le spalle, come avrebbe detto Gassman: e quando mise piede in uno stadio, il San Paolo di quelle stagioni incerte, e scoprì che contro il Cittadella c’erano sessantamila spettatori innamorati persi, intuì che stava per nascere un’altra vita, ricca di episodi avvincenti, di qualche piccola e impercettibile ombra, di una dimensione onirica nella quale planare dolcemente. I cinquantamila di giovedì sera, quelli del “suo” calcio virtuale, sono già seduti di nuovo al Maradona, stavolta la partita è reale, e dopo aver parlato a caldo allo stadio, poi a freddo a Milano e infine sotto le luci di "Cinque Minuti” , da Bruno Vespa, nel suo sabato casalingo si è sistemato in divano per preparare “il discorso del re”, che verrà sviluppato a braccio, avendo solo in testa un filo conduttore svelato in tv.
Attesa
«Stiamo preparando una festa bellissima, che proseguirà poi per la gara con l’Inter e anche oltre. Ma la cosa bella è che qui ci sarà sempre questo clima. Siamo fieri di essere riusciti a regalare una favola attesa da trentatré anni. In un decennio siamo tornati in Europa e in un altro decennio siamo riusciti a conquistare il titolo». E il futuro, ovviamente, gli apparterrà per intero, non ci saranno tentazioni, né corteggiatori ammessi ad un tavolo delle trattative: verrà un momento, uno nuovo, in cui riprodurre nuove sceneggiatiure, però sempre eguali a quelle precedenti, perché il collante tra una esistenza e l’altra - quella del produttore che si fonde con il presidente - rimarrà l’ambizione già confessata intorno alle 22.37 del 4 maggio, diventata la data-simbolo dell’epoca De Laurentiis.