Monza, il divieto per i tifosi del Napoli è un giallo: si discute ancora

Niente trasferta per i residenti in Campania ma la questione non è ancora chiusa
Monza, il divieto per i tifosi del Napoli è un giallo: si discute ancora© LAPRESSE
Fabio Massimo Splendore
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ROMA - Siamo qui, a poco più di 24 ore dalla partita dell’U-Power tra Monza e Napoli. E non tanto noi, ma nemmeno i tifosi interessati e le due società coinvolte nel match alle porte, la notte scorsa, mentre il giornale andava in stampa, sapevano esattamente cosa fare: il club lombardo in qualità di organizzatore dell’evento per la gestione del settore ospiti, quello partenopeo agli occhi della sua tifoseria, oggetto del provvedimento ispirato dal Casms giovedì sera e preso dal prefetto di Monza Patrizia Palmisani ieri mattina. Parliamo della trasferta vietata ai residenti in Campania per l’evidenza di possibili, probabili scontri in autostrada con le tifoserie rivali della Roma e dell’Udinese, in viaggio verso e di ritorno da Bologna e Firenze. Ma perché questa incertezza di cui vi riferiamo? Prima regola del cronista: ricostruire i fatti.

La cronaca di giovedì

A fine mattinata dell’altro ieri il Casms prende contezza dei famigerati incroci pericolosi (forse elusi dall’Osservatorio?) e determina la linea con un provvedimento top secret (come tutti gli atti del Casms) ma che evidentemente contiene le indicazioni utili al prefetto Palmisani per firmare ieri mattina il divieto. Il sito del Corriere dello Sport anticipa l’indiscrezione: ignari, anche noi della tarantella che si sta per innescare. Succede, però, che fino alla tarda serata quel provvedimento del Viminale si impantana in qualche dubbio condiviso con gli uffici del ministro Piantedosi. Si sussurra di incertezze. E invece sembra proprio di no: arriva la firma e ieri mattina ci si sveglia con l’ordinanza prefettizia paventata. Ci si chiede: perché solo i napoletani? E perché continuare sulla strada dei divieti? E perché chiudere le trasferte allo stadio mentre ci si azzuffa altrove?

La cronaca di ieri

Fatto sta che, a provvedimento firmato, cominciano a circolare voci incontrollate: il divieto rientra, c’è un ricorso al Tar (già successo altre volte e riuscito) che chiede la sospensiva in attesa della valutazione dell’illegittimità... Voci? Può darsi, anche perché il ricorso non si materializza. Però il Napoli fa un comunicato in cui annuncia rimborsi in attesa dell’ufficialità (che in realtà già ci sarebbe), al Monza gli uffici organizzativi sono in subbuglio e aspettano di capire qualcosa che sarebbe arrivata solo di traverso. Tutto inventato? E no, deve esserci qualcosa: perché arrivano echi di nuovi colloqui e consultazioni al Viminale per tutto il pomeriggio, si parla di un cambio d’orientamento ma forse l’imbarazzo per determinarlo rallenta tutto. E quindi? E quindi il divieto c’è. Ma ancora non è detto che non possa rientrare. Non per noi, ma per le due società coinvolte. Un giallo un po’ grottesco: sembra che stamattina si discetterà ancora. E siamo a 24 ore dal match. Signori, la sicurezza è una cosa seria. Qualcuno scriva la parola fine, in omaggio e per rispetto dei padri fondatori dell’Osservatorio e di chi lo ha condotto ispirandolo alla concertazione e alla logica di gestire. Non rinunciare a farlo. Rinunciare, non ci stancheremo di dirlo, è una sconfitta. Questo balletto dell’incertezza, poi, non si sa nemmeno cosa sia: appellandoci agli eufemismi, con tutto il rispetto, lo definiremmo almeno irrituale.


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