Napoli, adelante Lucho: tutte le novità sulla trattativa Luis Enrique

I campioni d'Italia intensificano i contatti per la successione di Spalletti: l’ex ct della Roja ora è in cima alla lista. Il ds Giuntoli attende l’incontro con il presidente per chiarire il futuro
Antonio Giordano
5 min

NAPOLI - C'è un uomo solo al comando, un visionario che attraverso i sentieri più impervi del calcio sta inseguendo una verità: la sua. E pure stavolta non si può sbagliare, gli è vietato cancellare la Storia o semmai macchiarla, ma in se stesso Aurelio De Laurentiis non ha mai smesso di credere: sarà il potere delle folgorazioni del passato, di quei guizzi geniali che hanno fatto luce nella Napoli soffocata dalle ombre; oppure, semplicemente, sarà la natura da rabdomante, che pure l’ha ispirato. Ora che è tutto «deciso», bisogna semplicemente aspettare il 4 giugno per stringersi la mano con Luciano Spalletti e salutarsi, sta arrivando un tempo nuovo, in cui le banalità sono rigorosamente vietate: Luis Enrique, in arte Lucho, racchiude in sé le caratteristiche dell’allenatore che sembra nato proprio per allenare questo Napoli, ha le phisique du role di chi deve conservare, semmai pure dilatare, quel profilo internazionale che si respira dal 2013; e poi è la figura «alta», il colpo di teatro e ad effetto per incollare i cocci in un ambiente che all’allenatore dello scudetto s’è legato, giustamente, in maniera quasi morbosa. 

"Sarà incredibile", la previsione dallo spogliatoio del Napoli

Gli piace

Mancano una decina di giorni alla festa del 4 giugno, non c’è neanche fretta per domare un’attesa ch’è di pancia o di facciata, e De Laurentiis si muove dentro i propri schemi, senza alterarli, men che meno frantumarli: ha una serie di opzioni, un cellulare a portata di mano, e a chi gli sta intorno diffonde la serenità che serve. «Ho parlato già con cinque tecnici». Uno è Antonio Conte, che ha detto ni; un altro è Nagelsmann, che il Bayern libererebbe solo su bonifico da dieci milioni di euro; gli altri sono avvolti nel mistero più fitto, che alimenta il feuilleton. 

Perché

Luis Enrique non è chiaramente l’unico candidato alla panchina, va contemplato nella strategia il pericolo che possa arrivare un «no, grazie»: ma De Laurentiis ha un piano-B, un piano-C, forse pure il piano-D, comunque una serie di alternative con le quali confrontarsi egualmente, prima di arrivare alla definizione del contratto. C’è una tentazione straniera che sta prendendo corpo, non furiosamente perché l’istinto va governato, e conduce di nuovo a Sergio Conceição, vicinissimo a Castel Volturno nell’estate del 2021, per una notte anche accomodato in panchina, poi evaporato così, improvvisamente. Ma le riflessioni sono di vario carattere, ci sono contratti in vita, eventuali liberatorie da assecondare, e questa non è filosofia. C’è poi la strada più comoda, quella più agevole per vicinanza, che trascina a Italiano della Fiorentina, già «affrontato» dialetticamente due anni fa e convincente al punto giusto, e poi c’è Thiago Motta, che appartiene alla nouvelle vague, ha un suo stile assai europeo, si direbbe mondiale, è pure lui una tendenza al 4-3-3 che non guasta, anzi il contrario. La pazienza è una virtù per i forti, figurarsi per chi è appena riuscito a diventare campione d’Italia con il proprio metodo. Forse Adl sta per Aurelio da Lucho. 

Il ds

Saranno giorni intensi, di quelli che ogni ora può succedere qualcosa, magari cambiare, e mica soltanto sul fronte della panchina. Ma no: tutto sommato ci sarebbe - c’è - anche la questione del direttore sportivo da definire. Da aprire e poi chiudere: Cristiano Giuntoli è lì, al suo posto, in attesa di parlare con il presidente e di guardarsi negli occhi. E poi si capirà, si vedrà il da farsi per non lasciare strascichi antipatici o forse anche peggio in questo gioco di ruoli da riempire tra Napoli e Torino, il Napoli e la Juve. La stagione quasi vecchia non è ancora finita e la nuova, invece, è già cominciata.  


© RIPRODUZIONE RISERVATA