Napoli, evviva la fiducia dei 36.559

Leggi il commento sulla festa scudetto in programma il 4 giugno al Maradona
Massimiliano Gallo
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C'era una volta lo spread. E soprattutto l’ossessione per lo spread, quel numerino consultato quotidianamente e considerato la spia del disastro. Più di dieci anni dopo e in un ambito decisamente meno ansiogeno, a Napoli c’è un altro numero che attira l’attenzione. Sono le persone che a detta di TicketOne si mettono in fila per provare ad acquistare un biglietto. Ieri, per la vendita dei tagliandi di Napoli-Sampdoria, il contatore ha raggiunto la cifra iperbolica di 250mila persone che avrebbero provato ad assistere alla terza e probabilmente ultima festa per lo scudetto del Napoli. La prima fu spontanea, in strada, le altre due organizzate al Maradona. Domenica andrà in scena lo spettacolo preparato per la premiazione ufficiale. Il rapporto col calcio è cambiato. Allo stadio non si va più soltanto per assistere alla partita, per ammirare da vicino i propri beniamini. Ormai si sa tutto di loro. I loro movimenti, i loro gesti tecnici sono vivisezionati da cam varie dai nomi più fantasiosi. Allo stadio si va anche per essere parte di un evento. Non solo per assistere all’evento. Ma per poter fare un selfie e pubblicarlo sui social. Oggi Cartesio direbbe «posto ergo sum». C’è questo, c’è la voglia di dire io c’ero. Ma c’è anche il desiderio di festeggiare dei napoletani, di godersi un successo atteso trentatrè anni. E arrivato al termine della stagione in cui nessuno se lo aspettava. Anzi.

La certezza dei 36.559 

Furono 36.559 gli spettatori di Napoli-Monza la prima partita in casa del secondo Napoli di Spalletti. Non tantissimi ma nemmeno pochissimi. C’è stata quest’anno una Napoli silenziosa che ha creduto fin dal primo momento alla rivoluzione messa in atto da Giuntoli, Spalletti e De Laurentiis. Una Napoli decisamente meno chiassosa e folcloristica dei contestatori che in realtà erano solo vampiri di consenso che è l’ossigeno virtuale dei nostri tempi. Se non hai consenso, like, non esisti. Ma vale per quell’universo. Sono invece i 36.559 il vero patrimonio del Calcio Napoli, sono loro la testimonianza che questa squadra, anche nelle condizioni più difficili (si era in piena e aperta contestazione), è un ancoraggio imprescindibile per la città. E parliamo solo di Napoli città. Per la festa di domenica si sono mobilitati da settimane i tantissimi napoletani che sono andati via (si può dire emigranti, non è un’offesa). Il Napoli dovrebbe chiedere alla Lega Serie A di poter giocare sempre in casa la partita più prossima alle vacanze di Natale. É storicamente una delle più affollate al Maradona. Perché si rientra per le festività. E il Napoli per tanti è una seconda pelle. Troppo spesso ci si lascia ingannare dagli umori della città che però non è rappresentativa della tifoseria. Basta ricordare che cosa sono state le trasferte quest’anno. Il Napoli non ha mai realmente giocato fuori casa. Ecco, questo è un valore, una forza che non va mai sottostimata. Non è solo la festa, l’evento. E' come se fosse una comunione o un matrimonio. Vengono anche i parenti da fuori. E nessuno se ne sorprende. E' la famiglia del Napoli.


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