Riunioni e pizza: le prime ore di Garcia a Napoli

La prima volta del tecnico francese nel centro sportivo di Castelvolurno, poi una passeggiata in città
Riunioni e pizza: le prime ore di Garcia a Napoli© ANSA
Antonio Giordano
3 min

NAPOLI - Si comincia dai dettagli, sempre: un giro a Castel Volturno, una stretta di mano, uno sguardo intorno, una chiacchierata più o meno lunga, un’occhiata, una perlustrazione e lo chiamano summit. Si parte afferrando l’aria, cominciando ad annusarla, adagiando i pensieri in quel mondo che poi si trasformerà in habitat naturale: e, per chiudere, si entra nella città, una pizza in compagnia, alla Sanità, in uno dei luoghi «sacri» della ristorazione, un cult per buongustai. Una Napoli così Rudi Garcia non l’aveva mai vista, neppure da turista per caso, mentre ora, che già è diventato una specie di padrone di casa, può pure cominciare a godersela, a sentirla un po’ sua, avvertendo l’affetto che lunedì, al Bosco di Capodimonte, s’è già percepito.

Lo staff tecnico di Rudi Garcia

Ma prima viene il calcio, è dai particolari che si giudica un allenatore: il mercato, i campi in cui allenarsi, la palestra, l’organizzazione, gli uomini e anche le cose. Un tour veloce, toccata e fuga, perché poi ci sarà tempo, e soprattutto lo staff. Luciano Spalletti non ha lasciato solo un’eredità pesante e l’atmosfera magica del suo calcio, di suo c’è altro ancora: c’è Francesco Sinatti, il preparatore atletico, ormai uno di famiglia per il Napoli; c’è Alejandro Rosalen Lopez, il preparatore dei portieri; c’è lo staff sanitario del dottor Canonico; e c’è Simone Beccaccioli, il match-analyst, lo stratega occulto che se ne sta dietro a un video, viviseziona le avversarie, studia anche i calciatori da acquistare e che con Garcia ha già vissuto un’esperienza umana e professionale a Roma. Ma il gruppo, ovviamente, è destinato ad arricchirsi: Garcia ha portato con sé Stephane Jobard e Claude Fichaux, i collaboratori di sempre, a cui si è aggiunto Paolo Rongoni.

Le strategie di mercato

I vertici non hanno confini, né di spazio né di tempo, e il mercato non ha esigenze immediate, non induce ad affrettarsi ma va pianificato attraverso le idee pronte per fronteggiare eventuali emergenze: Maurizio Micheli, il capo dell’area scouting, e Leonardo Mantovani, il suo braccio destro «invisibile», lunedì alla presentazione di Garcia se ne sono stati, con discrezione, in terza fila; poi, come tendenza e abitudine, si sono eclissati. Lavoro ce n’è, non poco tra prestiti e riscatti, tra sondaggi e appostamenti , viaggi e incontri, ma prima è stato necessario, anzi indispensabile, discuterne con De Laurentiis e con Garcia, per cominciare a tratteggiare i contorni delle operazioni da affrontare. La stanza del diesse, l’ultima in fondo all’interminabile corridoio di casa azzurri , resta per il momento vuota, c’è da definire la posizione di Giuntoli, che aspetta una convocazione per capire cosa fare di sé: ha il contratto che scadrà nel giugno del 2024 e che diventerà esecutivo - con ritocco all’ingaggio - tra dieci giorni; ha la Juventus che lo aspetta; e ha De Laurentiis da fronteggiare in un faccia a faccia che ora appare (forse apparentemente) più accessibile, da «lasciamoci così....».


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