Garcia si gioca il Napoli: quante sono le partite che decideranno il suo futuro

La squadra non vince in campionato dal Sassuolo e accusa un ritardo di 7 punti dall’Inter. ADL sostiene il francese via social come fece con Ancelotti...
Garcia si gioca il Napoli: quante sono le partite che decideranno il suo futuro© LAPRESSE
Antonio Giordano
4 min

NAPOLI - Come dicevano i saggi: vincere è difficile e ripetersi è (quasi) impossibile. Il 4 maggio, sono appena 145 giorni, il Napoli se ne andava in giro in mondovisione con lo scudetto al petto: aveva impiegato trentatrè anni, c’era riuscito con cinque partite d’anticipo sul finale, non avrebbe mai sospettato che avrebbe impiegato lo stesso tempo (450’ effettivi) per ritrovarsi nella bufera, come se niente fosse accaduto. Come se non ci fosse né ieri, né un domani. Come se improvvisamente fosse stato tutto azzerato. Perché ora, con sette punti di ritardo dall’Inter, con due punti raccolti nelle ultime tre giornate, con Osimhen che suggerisce all’allenatore lo schema («Giochiamo a due») e Kvara che a Marassi, una settimana prima, è rimasto stupito del cambio («Ma che fai?») è chiaro ch’emergano i mal di pancia...

Le quattro giornata del Napoli 

Rudi Garcia sa da solo quanto sia difficile e «pericoloso» far l’allenatore ed è consapevole dal momento in cui s’è impadronito della panchina di Spalletti che sarebbe stato un anno terribile, pieno di retrospettive, di inevitabili paragoni, di fatali riferimenti alla Enorme Bellezza di cui Napoli s’è beata per due anni. E Garcia conosce le dinamiche, i rischi di un mestiere avvincente e pure «infido», con trappole disseminate qua e là intorno a chi in genere diventa l’unico «colpevole»: il calendario è un’insidia ma anche un’opportunità per uscire dagli equivoci e dal malessere, domani c’è subito la sfida con l’Udinese al Maradona, poi sarà un terribile e tremendo percorso accidentato tra Lecce, il Real Madrid e l’arrivo della Fiorentina di Italiano, in estate il più gettonato tra gli eredi di Spalletti.

Il tweet di De Laurentiis

Le panchine a Napoli in genere sono solide e De Laurentiis non ama intervenire, men che meno quando la storia è appena cominciata: per gli otto punti in classifica, le difficoltà di questo periodo, le discussioni in pubblico tra Kvara, Osi e Garcia, una palpabile diffidenza della piazza possono avere un peso o anche no: dipende dall’Udinese, dal Lecce, dal Real Madrid e innanzitutto dal Napoli, dalla sua capacità di (ri)essere squadra in autorevolezza e in autorità, dalla sua dimensione internazionale che non può sfiorire, dall’esigenza di restare incollati alle prime quattro in campionato, perché la prossima Champions sarà danaro che cola. E il tweet di De Laurentiis, domenica sera («Il Napoli riparte da Bologna. Bravi tutti»), è una spruzzata di serenità intorno ad una panchina che per restare inchiodata solidamente ha sempre bisogno del riscontro del campo, un’aula di tribunale. Perché quel cinguettio, che contiene buon senso, una posizione ufficiale rassicurante e l’appoggio verso chiunque, ha pure un precedente indicativo: Carlo Ancelotti (Carlo Ancelotti!) venne sostenuto con identiche modalità social, due settimane prima che fosse salutato.

Tutti assieme

Ma per ristabilire un clima di normalità, per riappropriarsi dei propri spazi, per avvertire l’aria di casa, oggi pomeriggio allenamento al Maradona, poi, in serata, tutti assieme a cena, dove in genere si riesce a scambiare due chiacchiere tranquillamente.

I guai

Garcia deve pure lottare con la sfortuna, un palo anche a Bologna dopo la traversa di Braga, e con un’emergenza in difesa che si è ingigantita con il responso degli esami di Juan Jesus: «Distrazione di primo grado al bicipite femorale sinistro». Si riaffaccerà sul campo, per giocare, dopo la sosta: sarà anche per questo che il Napoli sta comunque dando un’occhiata alla lista dei difensori svincolati.


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