Il Napoli a Conte: l'offerta di De Laurentiis e la risposta del tecnico

DeLa punta su Antonio per rigenerare la squadra. Se accetta sarà subito il nuovo allenatore azzurro
Fabio Mandarini
5 min

Aurelio De Laurentiis ha scelto l’uomo della rinascita e del futuro del Napoli: è Antonio Conte. Unico profilo per il dopo-Garcia cominciato ancora prima di una comunicazione ufficiale. Unico candidato serio e autorevole, il prescelto, nonostante sia stato proposto anche il basco Julen Lopetegui. Il presidente aveva già pensato a lui a maggio, ma poi la storia ha raccontato altro, e a distanza di cinque mesi il pensiero è tornato. E ora potrebbe anche diventare stupendo: la crisi tecnica e ambientale della squadra ha accelerato la necessità di un provvedimento d’urgenza, di un intervento risolutivo, e Adl sta provando a definire l’operazione nel più breve tempo possibile. Nell’ambito di conseguenze ancora limitate sia in campionato, sia in Champions; sia all’interno di una squadra piuttosto confusa e sfiduciata. E così ha chiamato Conte, «un amico e un gran colonnello», secondo sua definizione datata 2018. Ci ha parlato, ha messo le carte e gli assi azzurri in tavola e ha cominciato a giocare seriamente: niente bluff, gli ha offerto il Napoli, la panchina e la leadership. Ancora una volta, ricevendo però in cambio più sorrisi interessati che mera gratitudine senza un domani. Disponibilità, apertura, valutazioni vere a sette mesi dall’addio al Tottenham, l’ultima avventura: i colloqui sono concreti, c’è una trattativa che procede e cresce. A tratti finanche con punte d’ottimismo. De Laurentiis ha deciso, è pronto a cambiare per uno come lui e ad investire, fermo restando la necessità di un punto d’incontro sugli anni e l’ingaggio (l’ultimo stipendio in Premier era da circa 8,5 milioni di euro netti). Ora tocca a Conte dare una risposta: nel momento stesso in cui accetterà, se accetterà, sarà il nuovo allenatore del Napoli. La tentazione e l’ambizione di guidare i campioni d’Italia e restituire colore allo scudetto, alla squadra e al Maradona è forte. E il popolo ha già scelto: vota Antonio.

La pizza di Conte

Ieri, per la cronaca, Conte ha partecipato alle celebrazioni per i 100 anni della proprietà Agnelli con la maglia della Juve - di cui è stato capitano, totem e allenatore -, ma giocando sulla immarcescibile rivalità sportiva tra azzurri e bianconeri si potrebbe anche dire che prima di scendere in campo ha mangiato una pizza. Pizza verace al ristorante napoletano di Ciro Ferrara a Torino. Mica poco. Come le sue parole: «Il Napoli? Bisogna avere sempre grande rispetto ed educazione. Godiamoci questa serata. Io ho scelto di riposare, di godermi la famiglia, ma poi, si sa com’è, nel percorso possono succedere tante cose».  

Il Napoli di Conte

L’idea di De Laurentiis è di dargli la possibilità di provare un bel po’ di pizzerie doc: gli ha offerto di diventare il nuovo allenatore del Napoli e Conte, dicevamo, ha aperto le porte del suo palmares, della sua carriera, della sua autorevolezza tecnica e manageriale. Il valore e il tasso tecnico della squadra sono affascinanti per lui, l’opportunità è importante per entrambi, Osi e Kvara, Di Lorenzo e gli altri creano stimoli esattamente come l’entusiasmo di un ambiente che pochi mesi fa ha festeggiato lo scudetto e non ha alcuna voglia di abdicare al volo. Senza neanche lottare. Come De Laurentiis, che pensa ancora al campionato e anche a crescere in Champions. Tatticamente, poi, c’è solo da scegliere: la storia della difesa a tre, per un allenatore bravo ed evoluto, che si aggiorna e studia, sa tanto di etichetta banale. Il Napoli di Conte giocherebbe a quattro, a due o tre in mezzo al campo, con il tridente, magari anche a tre dietro quando serve: storie, chiacchiere. Il sistema? Ipoteticamente: di base 4-3-3 o 4-4-2, l’alternativa che in fase offensiva, con quelle ali, sarebbe anche 4-2-4. Ma si vedrà, quando e se sarà.  

Napoli-Conte, l'attesa

La certezza è che il mondo-Napoli ha bisogno di una rigenerazione, il feeling tra Garcia, la squadra e la gente non è mai decollato e i risultati sono troppo altalenanti: il presidente ne è consapevole. Tre scontri diretti con Lazio, Real e Fiorentina e altrettante sconfitte; troppe polemiche; troppe scelte non condivise; troppa attenzione a cancellare il passato piuttosto che a costruire un futuro. Ecco perché Aurelio vuole l’amico Antonio e il colonnello Conte: ha voglia di vincere ancora, mica di gestire soltanto i casi. Che noia. Non resta che aspettare, ora più che mai: l’offerta c’è. Presto anche la risposta. 


© RIPRODUZIONE RISERVATA