Napoli, i tifosi ci sono: tutti i dati delle presenze al Maradona

La media-presenze parziale supera quella dello scudetto e la passione è sempre al top: in 50.000 pronti a riempire lo stadio per la sfida ai toscani
Antonio Giordano
4 min

NAPOLI - Perché, perché... E sarà perché se ne avverte il bisogno, e perché a quell’ora è sempre un bel vedere, o perché non c’è mai un solo perché, ma quando Napoli-Empoli sta per cominciare, (il) Maradona torna ad essere un fattore o vuole esserlo, cancellando ciò ch’è successo in questo trimestre un po’ folle e certo imprevedibile, per sentirsi ancora e sempre lo stadio al centro del villaggio. Ore 12.30, si aggiungano posti al tavolo, con quei cinquantamila che sembrano annunciare una domenica speciale, in quel teatro che sa essere “spaziale”, denutrito per ora dal sogno scudetto ma sempre alimentato dalla passione: la prevendita l’ha spiegato in sintesi, Napoli è ancora attraversata da una voglia matta, e quando i botteghini non ne avranno più, cioè tra poco, allora si potrà ufficializzare che sono «tutti esauriti».

Napoli e la scossa del Maradona

L’orario è propizio, lo dicono i precedenti che hanno abbattuto le tendenze e le voglie di starsene a pranzare a casa: ma questo è il calcio 3.0 e c’è un momento in cui lo stadio reale ha la meglio, ma di gran lunga, su quello virtuale, è proprio la domenica a mezzogiorno e mezzo. Piatto ricco. Poi, ci sono le congiunzioni astrali - la sosta e a seguire la trasferta a Bergamo, si torna a Fuorigrotta il 3 dicembre - i prezzi, che per gare di questa fascia sono più abbordabili, una certo desiderio di starsene assieme e l’esigenza di non abbandonare proprio ora il Napoli: due successi (con Sassuolo e Udinese), due sconfitte (con Lazio e Fiorentina), un pareggio, (con il Milan) e, soprattutto, quarantacinque giorni di digiuno che fanno borbottare le coscienze, mica la pancia.

L'eredità dello scudetto

Ma al Maradona, e lo dicono i precedenti, non è mai seriamente mancata la folla e i 228.824 che in campionato si sono sempre dati appuntamenti per il fischio d’inizio, certo sono l’eredità di quell’anno fantastico, ovvio partano anche dallo zoccolo duro dei venticinquemila abbonati, ma rappresentano in sé pure un atto di fiducia nei confronti d’una squadra che dopo aver stravinto il campionato induce comunque a credere in qualcosa. La media di 45.765 è figlia del trionfo, e ci sta, ma pure il rigurgito d’una città che contro il Milan non si è sottratta al proprio “dovere”, ha spalancato le porte del “vecchio” San Paolo a 52.250 e ha provato a resistere, in difesa di quel capolavoro che resta a sette punti, lontano ma non irrecuperabile. Un anno fa, nonostante il terzo posto della prima stagione di Spalletti e quindi la riconquista della Champions, Napoli s’immerse nel suo campionato in una atmosfera quasi surreale, dovette imporsi e dare continuità al suo cammino, cominciò con i 36.559 contro il Monza, poi si scaldò, prese coscienza della forza di quel gruppo, si lasciò attirare verso il Maradona e con il Sassuolo, la quinta interna, arrivò a 47.156.

Napoli, l'abbuffata dopo la sosta

Napoli-Empoli rientra di diritto tra gli appuntamenti che fanno gola, lo dice l’orologio stesso, che alle 12.30 fa scoccare ancora e di nuovo la scintilla e fa vibrare Fuorigrotta, che altro non chiede: è una portata di entusiasmo in un momento calcisticamente preoccupante, con il quarto posto da blindare (Atalanta a due punti, Bologna a tre, Roma e Fiorentina a quattro) e un umore da ribaltare, pensando che oltre la sosta se ne vedranno delle belle, ad esempio il viaggetto a Bergamo, quello a Madrid, poi l’Inter in casa e la trasferta contro la Juventus. Meglio arrivarci con la pancia piena di altri tre punti. Con (il) Maradona può essere più facile.


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