Napoli, una rosa svalutata da recuperare: quanto vale la svolta

Una missione tecnica ed economica quella di Mazzarri: il nuovo tecnico dovrà rigenerare la squadra conquistando gli ottavi e la prossima Champions
Fabio Mandarini
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Diciassette giorni d’inferno, come un girone dantesco. Oppure 17 giorni per lasciare il Purgatorio e ritornare in Paradiso: il Napoli non è una commedia divina, ci mancherebbe, però è una squadra che vale oro e Walter Mazzarri tra l’Atalanta, il Real, l’Inter, la Juve e il Braga dovrà toscaneggiare. Si fa per ridere, certo, anche per stemperare la tensione del periodo e dell’operazione che aspetta il nuovo allenatore dei campioni d’Italia. Un patrimonio di talenti e cartellini chic, ma anche un’azienda legata alle forze di un solo uomo - Aurelio De Laurentiis - e mica a fondi, multinazionali, tycoon o sceicchi. In un solo concetto: i risultati, per il club, sono fondamentali. Uno stato di necessità imprescindibile per mantenere il livello attuale e continuare a crescere.

Napoli, la missione di Mazzarri

Premessa d’obbligo, per raccontare i capisaldi della missione di Mazzarri: spolverare via la fuligine che ha coperto lo scudetto, il gioco e il morale nella breve parentesi di Rudi Garcia; assicurare il passaggio agli ottavi di Champions tra il Real e il Braga; collezionare risultati in campionato per blindare la qualificazione alla prossima Champions, ancora più ricca (di un 25% circa); restituire valore a tutti quei giocatori che in cinque mesi hanno fatto su e giù nel diagramma delle quotazioni. Un simbolo? Il Napoli, in estate, ha valutato Elmas 35 milioni, ma oggi, dopo essere stato ignorato da Garcia e con il contratto in scadenza 2025, ha sicuramente perso valore economico. Mica tecnico: Mazzarri, tocca a te.

Kvaratskhelia, Osimhen e i nuovi

La missione non è semplice, ci mancherebbe, però nenche proibitiva: Kvaratskhelia, sciupato in panchina con l’Empoli, ha spiegato in tre giorni di partite internazionali che è sempre lui, Kvara. Un tipetto magico, come dice Osimhen. Già, Victor: a luglio sarebbe stato ceduto solo per un duecentino, come disse De Laurentiis, 200 milioni, ma è difficile pensare che la storia sia riproponibile tra la situazione contrattuale (scadenza 2025) e il trend della squadra. Un po’ il discorso di Kvara ed Elmas. Per non parlare di Lindstrom: un investimento da 25 milioni che in cinque mesi di Garcia ha collezionato un tempo da titolare a Lecce, il 30 settembre, e poi le briciole. In Champions? Dodici minuti in 4 giornate: un capitale disperso, un giocatore che l’allenatore esonerato non ha pressoché mai ritenuto adatto a certe storie ma su cui il Napoli punta. Ecco: De Laurentiis ha chiesto a Mazzarri di rilanciarlo. Lo vuole vedere, così come il popolo. Così com’è accaduto a Natan: altro uomo da valorizzare.

Il Napoli e i milioni della Champions League

La chiave della vicenda, comunque, resta proprio la Champions: l’accesso agli ottavi, tanto per cominciare, frutta altri 9,6 milioni a cui bisogna aggiungere i ricavi dei risultati per conquistare il pass (2,8 milioni per la vittoria, 900mila euro per il pari) e poi quelli degli stessi ottavi (incasso e varie). La qualificazione alla Champions 2024-2025, invece, vale di base 60 milioni di euro. E sommandoli al resto - dai giocatori ai bonus della coppa attuale - Walter si renderà conto di avere tra le mani un affare da 500 milioni di buoni motivi per dare la svolta.


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