Napoli, tutte le scelte di Mazzarri prima del Cagliari

Due assenze pesanti a centrocampo per il tecnico dei partenopei, grande ex della sfida in programma al 'Maradona': tutti i dettagli
4 min

NAPOLI - C’era una volta il tour dell’anima (cit. Spalletti) mentre ora, in questo giro intorno al Mondo, c’è semplicemente l’idea di ritrovar se stessi e una dimensione onirica nella quale starci comodi. C’erano una volta i titolarissimi - e giocavano sempre quelli - e ora non possono esserci, eh no, perché proprio quando Mazzarri aveva pensato ancora a loro, Piotr Zielinski ha alzato la mano e si è quasi arreso per non pregiudicarsi anche la Roma. Un’infiammazione lo inquieta, stamani prova ma è più no che sì. C’è Napoli-Cagliari e non può essere per Mazzarri una partita normale, perché in questi 90' si avvertono le ferite più recenti, i tormenti vissuti, un dolore che sarebbe rimasto se, il 13 novembre, non fosse ricomparso De Laurentiis, proprio come dieci anni fa: è un incrocio un po’ romantico è un po’ diabolico, rimette assieme i cocci del passato più recente con la felicità di quello più remoto e poi, come se fosse un ponte tibetano da attraversare pericolosamente, trascina nel futuro.

Napoli-Cagliari è la partita di Mazzarri

Il giorno in cui disse di sì alla più pericolosa delle proprie scommesse, Walter Mazzarri sapeva perfettamente che avrebbe dovuto starsene per un mese circa con la clessidra sul comodino: l’Atalanta, il Real Madrid, l’Inter, la Juventus e il Braga gli avrebbero tolto il sonno già debole; e però, in quel preciso istante, contando su se stesso e sulla autorevolezza di un Napoli da prendersi entusiasticamente, conosceva pure la data-simbolo del proprio crocevia, l’inizio di una nuova esistenza, almeno "normale". Napoli-Cagliari è la sua partita, inevitabile rileggendone la carriera.

Napoli, un ciclo di partite per ripartite

Si comincia dal Cagliari, che è ispido, spigoloso, tenace e pure indomabile, e poi ci si immerge in un altro mese a modo suo decisivo, può rimettere a posto le piaghe di quel sesto posto che fa male e anche un po’ paura, e però anche ripensare in grande, perché Riyad è assai vicina. Ma prima, passando da Ranieri a Di Francesco (con il Frosinone in Coppa Italia), a Mourinho (che rende sontuosa l’antivigiglia di Natale), a Palladino (che il 29 chiuderà il 2023), a Juric (per aprire il 7 gennaio il 2024) e a Pippo Inzaghi (con cui incontrarsi nel derby, prima di volare in Arabia Saudita per la Supercoppa), c’è un ciclo umano che consente di smetterla di farsi domande pruriginose, ma solo se arriveranno risposte rassicuranti.

Mazzarri sfida il Cagliari senza Zielinski e Elmas

Il Cagliari è l’ouverture di un’esistenza accessibile, il primo passo per spazzare via le ombre di queste quattro settimane con una vittoria (a Bergamo) e due sconfitte (con l’Inter e con la Juventus); per demolire pure in campionato i fantasmi del Maradona (in serie A: 3 sconfitte, un pareggio, 80 giorni di digiuno) per starsene poi comodamente adagiato in poltrona, lunedì, mentre la sorte deciderà l’avversario degli ottavi di Champions: però quel mondo lì, così abbagliante, va riconquistato adesso, dal Cagliari in poi, per starsene nel perimetro luccicante del quarto posto, che Mazzarri vuole riprendersi, inventandosi qualcosa: all’ultimo momento, proprio in quella che chiamano rifinitura, il centrocampo ha perso uno dei riferimenti - Zielinski - e il suo sostituto - cioè Elmas - e quindi il progetto titolarissimi è evaporato. Piccoli fastidi (il macedone ne avrà per due settimane; il polacco vuole giocare con la Roma, prima di entrare nel regime di possibile svincolato, avendo il contratto in scadenza 2024) e ballottaggio inevitabile: Gaetano è in vantaggio su Cajuste, ma sono millimetri e dettagli filosofici sulla interpretazione, e comunque ci sarà una squadra inedita.


© RIPRODUZIONE RISERVATA