Napoli, i centravanti di De Laurentiis con la valigia

Leggi il commento alla cessione annunciata di Osimhen e alla storia degli attaccanti sotto la gestione ADL
Mimmo Carratelli
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La cessione di Osimhen a fine stagione non segna solo la resa del Napoli, ma il fallimento del calcio italiano che ha perso attrattiva e competitività per trattenere i giocatori migliori, né richiama più i calciatori più forti. I club italiani, non solo il Napoli, sono diventati i cugini poveri e indebitati del calcio-business.  
Osimhen vuole andare in club di grande prestigio e di più grande disponibilità economica. Con queste “fughe” il Napoli di De Laurentiis, che ha costruito negli ultimi tredici anni la sua posizione di vertice con quattro terzi posti, quattro secondi posti e lo scudetto recente, farà sempre più fatica a rimanere “in alto”.  
Il calcio è cambiato e il pallone italiano non ha saputo mettersi al passo con i tempi. I calciatori, poi, sono diventati ballerini, mai a lungo nello stesso posto, sollecitati da procuratori astuti e avidi a cambiare aria raddoppiando i guadagni di entrambi. Diventa difficile, perdendo i calciatori migliori, mantenere alti il livello tecnico e i risultati. È la condanna del Napoli che, in questi anni, ha avuto centravanti con la valigia, fior di campioni pronti ad andarsene. 

Gli attaccanti con la valigia

In altri tempi, Luis Vinicio restò cinque stagioni in maglia azzurra, Altafini sette, Careca sei. Con Aurelio De Laurentiis i centravanti durano poco: tre stagioni Cavani, tre Higuain, quattro Osimhen. La valigia sul letto. Segnano e incantano, ma se ne vanno, fruttando però magnifiche plusvalenze, almeno questo. Cavani, preso per 17 milioni dal Palermo, volò al Paris Saint-Germain per 64 a ventisei anni. Higuain, 37 milioni al Real Madrid, andò alla Juventus per 90 milioni a 29 anni. Osimhen, arrivato dal Lilla per 70 milioni, è in procinto di essere ceduto per 130 milioni a ventisei anni. Centravanti in fuga che De Laurentiis non ha fatto molto per trattenerli, né molto poteva fare.  
Si dice: se hai un supercannoniere e vuoi continuare a primeggiare, non devi cederlo. Il miglior Napoli di Cavani si piazzò secondo (2012-13), così il miglior Napoli di Higuain (2015-16). Ma il Napoli di Osimhen ha vinto il campionato. Per questo motivo la cessione del nigeriano fa più male. Osimhen sarebbe dovuto rimanere il centravanti del Napoli per puntare sempre allo scudetto, giocatore assolutamente decisivo.  
Undici anni fa, perduto Cavani, De Laurentiis ebbe il colpo di genio e di fortuna di assicurarsi Rafael Benitez capace di attirare nel Napoli Albiol, Higuain e Callejon dal Real Madrid, Reina dal Liverpool, Mertens dal Psv Eindhoven, Zapata dall’Estudiantes, Ghoulam dal St. Etienne e, l’anno dopo, Koulibaly dal Genk per una spesa complessiva di 99,4 milioni. Non solo De Laurentiis poté prendere un nuovo centravanti di grande spessore, ma mise su la migliore squadra che avrebbe nutrito il Napoli per anni.  
Diversa è oggi la situazione con la cessione annunciata di Osimhen. Non si intravvede un nuovo attaccante di uguale forza del nigeriano e non c’è neanche l’ombra di una ricostruzione ad alto livello del Napoli. Manca una seconda operazione-Benitez e De Laurentiis sta per perdere Victor e ’o panaro.  
Per tutto il calcio italiano è un’epoca a perdere. I migliori se ne vanno all’estero. Solo la Juventus mantiene la sua attrattiva per storia, tradizione, successi. Il Napoli non ha la forza di restare nel giro delle grandi squadre. Una volta era costretto a vendere perché aveva bilanci pesantemente in rosso. Oggi è un club virtuoso, senza debiti e senza perdite, ma non è nelle condizioni di trattenere i giocatori migliori.  
De Laurentiis è disarmato più degli altri club italiani che fanno capo a holding straniere, fondi di investimento e ricchi americani senza cultura calcistica. I calciatori sono attratti dall’Eldorado che sfavilla fuori dai confini della penisola una volta meta di grandi campioni. 


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