Napoli, Calzona fa restyling e si aggrappa a Osimhen

Il tecnico azzurro vara il turnover e si affida al suo centravanti: Victor guida il gruppo nonostante la fatica di Cagliari. Tornano Di Lorenzo e Mario Rui. A centrocampo...

Irrimediabilmente aggrappato a Victor Osimhen: è il Napoli. Lo è stato quello di Garcia e Mazzarri, e dopo due partite continua a esserlo quello di Calzona. Una settimana di lavoro oggi e già in tasca le sfide con il Barça e il Cagliari. L’andata degli ottavi di Champions e poi una tappa cruciale, probabilmente finale, definitiva, nell’ottica della qualificazione alla prossima super edizione: mica storie banali. Anzi. Ma tant’è. E domani si ricomincia a prescindere da ciò che è: dalle incredibili ingenuità, dalla delusione e dai veleni spolverati sulle ferite della classifica e dell’anima dal pareggio incassato al 96’ di una maledetta domenica. Il Napoli deve ripartire: la testa al Sassuolo, una trappola sospesa tra la crisi e lo scossone dell’esonero di Dionisi, e un occhio alla Juventus di Giuntoli, in arrivo domenica al Maradona. Tradotto in uomini e formazioni: Calzona, al Mapei, cambierà. Scoprirà il turnover in attacco e in difesa, con l’idea fondata che qualche valutazione sfiorerà anche la composizione del centrocampo. 

Napoli, turnover in difesa

La prima certezza, beh, è talmente scontata che quasi quasi sembra superfluo raccontarla. Ma non esageriamo, cronaca: a destra, nella linea difensiva del 4-3-3 che Ciccio esibirà anche domani da copione, tornerà Di Lorenzo al posto di Mazzocchi dopo il turno di squalifica e la giornata da tifoso trascorsa a Cagliari, in tribuna, comunque al seguito dei colleghi - in questo caso amici - a dispetto del giudice. E ancora: Olivera, tra i più positivi sia domenica sia con il Barcellona contro il giovanotto di nome Yamal (16 anni, tanti auguri), ha collezionato due partite consecutive intere e intense dopo uno stop per infortunio prolungato dal 25 novembre: i 180’ più recupero, e la Juve in prospettiva, trasformano in verosimile oltre che possibile il rientro di Mario Rui dall’inizio, 0 minuti di calcio da quando è arrivato Calzona. Fresco e pure bello carico. Discorso Juan Jesus: il tecnico lo farà riposare, in ottica Juventus, soltanto se riterrà di averlo visto stanco all’Unipol. L’errore capita. Punto.  

Napoli, riflessioni sul centrocampo

A centrocampo, dicevamo, la riflessione riguarda il fiatone delle mezzali: Calzona non farebbe a meno né di Zielinski, l’uomo-qualità che interpreta a memoria i suoi ritmi e che vuole recuperare fino alla fine della stagione; né di Anguissa, tra i più amareggiati dopo la giornataccia in Sardegna e anche tra i più motivati a cambiare marcia: operazione che Frank deve completare al più presto, considerando che è di certo tra i calciatori del Napoli che più hanno sofferto del fenomeno dell’escursione termica (tra una stagione e l’altra).  


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Napoli, Osimhen c'è

L’altro cambio in vista riguarda il tridente: Ngonge non recupera, al posto di Raspadori potrebbe esserci Politano, ahilui tra i protagonisti dei sei minuti formato harakiri di Cagliari. E poi, beh, Kvaratskhelia e Osimhen. Anche in occasione della seduta di scarico andata in scena ieri al centro sportivo di Castel Volturno, Victor ha confermato le impressioni colte subito dopo la partita di domenica: ha chiesto il cambio soltanto per stanchezza, per pura fatica e magari qualche tossina post influenzale. Però sta bene, ha segnato due gol in quattro giorni, ha segnato soltanto lui, sempre lui, e ha spalle larghe e gambe come tronchi di quercia: buon per tutti, considerando che il Napoli continua ad aggrapparsi.  

 


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Irrimediabilmente aggrappato a Victor Osimhen: è il Napoli. Lo è stato quello di Garcia e Mazzarri, e dopo due partite continua a esserlo quello di Calzona. Una settimana di lavoro oggi e già in tasca le sfide con il Barça e il Cagliari. L’andata degli ottavi di Champions e poi una tappa cruciale, probabilmente finale, definitiva, nell’ottica della qualificazione alla prossima super edizione: mica storie banali. Anzi. Ma tant’è. E domani si ricomincia a prescindere da ciò che è: dalle incredibili ingenuità, dalla delusione e dai veleni spolverati sulle ferite della classifica e dell’anima dal pareggio incassato al 96’ di una maledetta domenica. Il Napoli deve ripartire: la testa al Sassuolo, una trappola sospesa tra la crisi e lo scossone dell’esonero di Dionisi, e un occhio alla Juventus di Giuntoli, in arrivo domenica al Maradona. Tradotto in uomini e formazioni: Calzona, al Mapei, cambierà. Scoprirà il turnover in attacco e in difesa, con l’idea fondata che qualche valutazione sfiorerà anche la composizione del centrocampo. 

Napoli, turnover in difesa

La prima certezza, beh, è talmente scontata che quasi quasi sembra superfluo raccontarla. Ma non esageriamo, cronaca: a destra, nella linea difensiva del 4-3-3 che Ciccio esibirà anche domani da copione, tornerà Di Lorenzo al posto di Mazzocchi dopo il turno di squalifica e la giornata da tifoso trascorsa a Cagliari, in tribuna, comunque al seguito dei colleghi - in questo caso amici - a dispetto del giudice. E ancora: Olivera, tra i più positivi sia domenica sia con il Barcellona contro il giovanotto di nome Yamal (16 anni, tanti auguri), ha collezionato due partite consecutive intere e intense dopo uno stop per infortunio prolungato dal 25 novembre: i 180’ più recupero, e la Juve in prospettiva, trasformano in verosimile oltre che possibile il rientro di Mario Rui dall’inizio, 0 minuti di calcio da quando è arrivato Calzona. Fresco e pure bello carico. Discorso Juan Jesus: il tecnico lo farà riposare, in ottica Juventus, soltanto se riterrà di averlo visto stanco all’Unipol. L’errore capita. Punto.  

Napoli, riflessioni sul centrocampo

A centrocampo, dicevamo, la riflessione riguarda il fiatone delle mezzali: Calzona non farebbe a meno né di Zielinski, l’uomo-qualità che interpreta a memoria i suoi ritmi e che vuole recuperare fino alla fine della stagione; né di Anguissa, tra i più amareggiati dopo la giornataccia in Sardegna e anche tra i più motivati a cambiare marcia: operazione che Frank deve completare al più presto, considerando che è di certo tra i calciatori del Napoli che più hanno sofferto del fenomeno dell’escursione termica (tra una stagione e l’altra).  


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