Napoli, De Laurentiis ai pm: "Nessun vantaggio dall’affare Osimhen col Lilla"

I magistrati di Roma contestano il falso in bilancio al presidente azzurro, che dopo la fine dell’indagine ha chiesto il confronto: tutti i dettagli
Fabio Mandarini
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ROMA - Aurelio De Laurentiis ha chiesto personalmente di essere ascoltato per fornire ogni tipo di notizia, informazione e delucidazione utili a chiarire i fatti. E così ieri, intorno a mezzogiorno, s’è presentato negli uffici della Procura di Roma per rispondere alle domande dei pm relative all’affare concluso con il Lilla nell’estate 2020 - e annunciato il 31 luglio - per l’acquisto di Victor Osimhen con un investimento complessivo di 71,2 milioni di euro, di cui più o meno 20 coperti con le cessioni al club francese dei cartellini del portiere greco Karnezis e dei tre giovani Liguori, Manzi e Palmieri. Il presidente del Napoli, accompagnato e difeso dall’avvocato Fabio Fulgeri e dall’avvocato Lorenzo Contrada, ha spiegato ai magistrati una serie di concetti sottolineati più volte sia da lui, sia dai suoi patrocinanti: in virtù della solidità patrimoniale della Società Sportiva Calcio Napoli, e dei suoi conti in generale, non aveva alcun interesse a generare plusvalenze fittizie dall’affare con il Lilla; la compravendita riguardante Osimhen, Karnezis, Liguori, Manzi e Palmieri non ha portato alcun vantaggio né patrimoniale né sportivo, considerando che in nessun modo avrebbe potuto incidere sulla soddisfazione o il rispetto di parametri e criteri già soddisfatti dal Calcio Napoli (dall’iscrizione ai campionati al fairplay finanziario, per citare due esempi). Il presidente ha anche spiegato che ai tempi di quell’operazione non seguiva attivamente come oggi le trattative, condotte più che altro dai suoi collaboratori.

La difesa di De Laurentiis

A De Laurentiis, che non è stato rinviato a giudizio, i pm contestano il reato di falso in bilancio in concorso con chi sedeva con lui nel consiglio di amministrazione all’epoca dei fatti, oltre che alla società. A gennaio il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e i sostituti Lorenzo Del Giudice e Giorgio Orano, titolari dell’inchiesta, avevano notificato la chiusura delle indagini sia a lui sia agli altri membri del cda, e contestualmente il presidente aveva chiesto di essere ascoltato: il confronto con gli inquirenti è durato più di un’ora e Adl, decisamente sereno, ha risposto a tutte le domande fornendo una serie di elementi che ora saranno oggetto di valutazione. La prossima settimana gli avvocati Fulgeri e Contrada depositeranno una memoria difensiva: dal canto loro, e in virtù delle dichiarazioni del presidente del Napoli, i legali hanno insistito sull’aspetto dell’assenza dell’ingiusto vantaggio, precisando che il falso in bilancio nasce con l’idea di frodare il fisco e che l’ipotesi è già stata esclusa dalla magistratura di Napoli con l’archiviazione. Nel 2022, poi, gli atti poi sono stati trasmessi alla Procura di Roma per competenza territoriale. Il procedimento dovrebbe concludersi entro la fine del mese.

Il lato sportivo della vicenda

La giustizia sportiva aveva indagato nell’ambito del "caso delle plusvalenze fittizie", ma ad aprile 2022 furono prosciolti sia il Napoli sia De Laurentiis pure in questa sede. A quanto pare da gennaio, dopo la notifica di chiusura dell’indagine, alla procura federale non sono stati ancora trasmessi gli atti: anche sotto questo aspetto, comunque, il club e il presidente sono tranquilli considerando che in assenza di fatti nuovi, dopo il prosciglimento, non può nascere una nuova indagine.


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