Napoli, i gol ci sono: solo l'Inter ha fatto meglio di Calzona

L’attacco sarà decisivo per la rincorsa all’Europa, contro Sassuolo e Monza le goleade. Ma la fase difensiva va ancora registrata
Napoli, i gol ci sono: solo l'Inter ha fatto meglio di Calzona© ANSA
Fabio Mandarini
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Il calcio, in certi casi, è una questione di punti di vista. E se è vero che il Napoli non riesce a concludere una partita senza incassare gol dal 28 gennaio, lo è altrettanto che da quando c’è Calzona soltanto l’Inter ha segnato di più in Serie A: 16 reti i signori che si avviano a raccogliere lo scettro di campioni e 15 gli azzurri. In sette partite, considerando i rispettivi recuperi con Atalanta e Sassuolo. Proprio la partita più indicativa, quella del Mapei: il Napoli ne fece 6 a Reggio Emilia, uno-due-tre e così via. Un ciclone di 90 minuti che a Monza, domenica scorsa, s’è abbattuto sulla squadra di Palladino con intensità travolgente per meno di un quarto d’ora: sì, a Osimhen e compagni di scudetto sono stati sufficienti 13 minuti per rimontare lo svantaggio di una rete e calare un poker micidiale. Un’equazione spazio-tempo che ha ravvivato la speranza della squadra, del club e della gente di agganciare l’Europa, la zonna coppe, e di conseguenza anche i rimpianti: chissà dove sarebbe arrivato, il Napoli, se avesse mantenuto la ferocia sportiva sempre sui livelli sfoderati contro Sassuolo e Monza. Ma tant’è. E così è più utile troncare l’analisi e andare giù di filosofia: prendere il meglio è l’obiettivo di Calzona. E con lui l’attacco è davvero l’asso vincente di coppa.

Napoli, l'identità di Calzona

La cavalcata del terzo allenatore della stagione è cominciata a Cagliari, a proposito di rimpianti. O rimorsi: gol di Osimhen, tanto per cambiare, e poi il suicidio collettivo finale. A seguire, Sassuolo (6-1) e Juve (2-1): a cavallo delle due partite ci sono i tris di Osi e Kvara e i graffi di Rrahmani e Raspadori. Poi, frenate con Torino (1-1, Kvara) e Inter (1-1, Juan Jesus); crollo clamoroso con l’Atalanta (0-3) e la fiammata di Monza. Domenica arriva il Frosinone al Maradona ed è meglio chiarire l’identità una volta per tutte.

Napoli, servono vittorie e gol

La classifica non ha scritto ancora le sue sentenze internazionali, eccezion fatta per lo scudetto ormai saldamente nelle mani dell’Inter, ma di certo non è clemente. Anzi, è impietosa: Napoli settimo con 48 punti, a due passi dall’Atalanta e dalla Conference (la Dea ha una partita in meno); a sette dall’Europa League e dalla Roma; a dieci dal quarto posto del Bologna che significa Champions. In attesa di conoscere la disponibilità di un altro slot, insomma, il Napoli non ha soluzioni alternative alle vittorie. E per vincere servono i gol, e tanti. Anche perché la sofferenza in fase difensiva è notevolissima: la famosa storia dei punti di vista.

Napoli, occasioni contro Frosinone e Empoli

Calzona, di natura, è un allenatore votato al calcio offensivo e verticale, e con gente come Osi, Kvara, Politano e soci di fascia destra (Di Lorenzo-Anguissa) è decisamente più semplice immaginare di riempire la partita di tematiche d’assalto. A Monza, però, ha puntato ancora il dito sulle reti incassate, sulle disattenzioni, e la chiave ritorna: in attesa di migliorare la fase di non possesso - cosa che potrebbe anche non accadere o comunque non presto - è alla potenza offensiva e all’impatto ritrovati dalla squadra domenica scorsa che si affiderà. A cominciare dalle sfide con il Frosinone e l’Empoli. Che tra l’altro offriranno al Napoli anche la chance di sfatare un altro sortilegio: in questa stagione non sono mai arrivate tre vittorie consecutive. Tutta questione di testa. E di gol.


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