Napoli, incognita Natan: l’erede di Kim da incubo a Empoli

Il difensore brasiliano, acquistato per sostituire Minjae, ha deluso anche al Castellani
Napoli, incognita Natan: l’erede di Kim da incubo a Empoli© FOTO MOSCA

NAPOLI - Non era il suo ruolo ma verrebbe da chiedersi dove oggi si senta più a suo agio, Natan, in una squadra per cui è sempre stato un corpo estraneo. Aver giocato a sinistra, per lui che è un difensore centrale, è una lievissima giustificazione, non lo scagiona da colpe evidenti. Nasce dal suo lato il gol di Cerri, c’è la sua complicità su Gyasi, un doppio errore, una sbagliata valutazione di testa, pigrizia in ripiegamento, una marcatura inesistente. Ma quello di Empoli è stato solo un istante che ha saputo descrivere un anno intero. 

Flop Natan

L’erede di Kim è un grande punto interrogativo, c’è una casella ancora vuota perché Natan ci ha provato, ci ha messo tanto impegno, ma non è mai bastato. È arrivato dal Brasile, pochi lo conoscevano, individuato dal responsabile scouting Micheli. Il Napoli ha investito 10 milioni ma il giudizio è negativo o forse sospeso, però l’incognita resta e intanto un anno è trascorso senza aver potuto contare su un altro leader in difesa, nel ruolo che per anni era stato di Koulibaly e poi di Kim.


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Natan ha deluso, ha pagato colpe non solo sue, aspettative amplificate e un ritardo di preparazione e di inserimento che all’inizio spinsero Garcia ad utilizzarlo con prudenza. L’arrivo ad agosto, quattro panchine di fila, poi l’esordio contro il Bologna e una prima continuità poi svanita. Nessun allenatore si è realmente mai fidato di lui. Natan ha giocato poco e spesso male - 21 presenze -, non ha convinto, d’altronde era reduce da un altro campionato ed era stato scelto per sostituire Kim, non uno qualunque, il miglior centrale dell’ultima stagione che avrebbe avuto bisogno di un sostituto all’altezza per colmare anche solo in parte un vuoto enorme.

Natan rimandato

Dal Bragantino al Napoli, il grande salto ma al buio. Al Castellani la sua prova è durata appena un tempo. Natan, in campo al posto di Mazzocchi (debilitato), ha osservato a distanza Gyasi fare il gigante per il gol di Cerri, non ha mai superato la metà campo, è apparso in difficoltà con o senza palla, poco sintonizzato col resto del reparto, distante da Kvaratskhelia o Zielinski, estraneo alla squadra. Un sabato da dimenticare, un’annata difficile: non giocava titolare da 123 giorni, dallo 0-4 in Coppa Italia con il Frosinone. Con Calzona mezzora con il Sassuolo. Sussulti rari, appena qualche gioia: l’ottimo esordio a Bologna, la prova di Braga col suo urlo diventato un meme. Ma di Kim ce n’è uno solo. 


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NAPOLI - Non era il suo ruolo ma verrebbe da chiedersi dove oggi si senta più a suo agio, Natan, in una squadra per cui è sempre stato un corpo estraneo. Aver giocato a sinistra, per lui che è un difensore centrale, è una lievissima giustificazione, non lo scagiona da colpe evidenti. Nasce dal suo lato il gol di Cerri, c’è la sua complicità su Gyasi, un doppio errore, una sbagliata valutazione di testa, pigrizia in ripiegamento, una marcatura inesistente. Ma quello di Empoli è stato solo un istante che ha saputo descrivere un anno intero. 

Flop Natan

L’erede di Kim è un grande punto interrogativo, c’è una casella ancora vuota perché Natan ci ha provato, ci ha messo tanto impegno, ma non è mai bastato. È arrivato dal Brasile, pochi lo conoscevano, individuato dal responsabile scouting Micheli. Il Napoli ha investito 10 milioni ma il giudizio è negativo o forse sospeso, però l’incognita resta e intanto un anno è trascorso senza aver potuto contare su un altro leader in difesa, nel ruolo che per anni era stato di Koulibaly e poi di Kim.


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