Napoli, il promemoria di De Laurentiis e Manna

Leggi il commento sulla squadra azzurra dopo il pareggio sul campo dell'Udinese
Napoli, il promemoria di De Laurentiis e Manna© Getty Images
Pasquale Salvione
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L'ultimo gol di Osimhen in quella porta valse uno scudetto, stavolta potrebbe essere inutile anche per un posto in Europa. È un Napoli di polli, che sta provando in tutti i modi a farsi sfuggire la quindicesima qualificazione consecutiva nelle coppe. Otto punti nelle ultime otto partite, l’ennesima senza la porta inviolata (con Calzona ha preso sempre gol), un’altra prestazione piccola piccola. Guardare il calendario e gli spiragli che ancora ci sono è diventato quasi inutile, una squadra che gioca così non merita una ribalta internazionale. Con Bologna, Fiorentina e Lecce dovrà salvare almeno la faccia, i tifosi azzurri non possono accettare un finale di stagione così triste.

Il possesso palla sterile del Napoli

È inutile sforzarsi ancora di capire cosa sia successo al Napoli, nemmeno i migliori analisti riuscirebbero a spiegare un’involuzione così veloce. In questa maledetta stagione è rimasta solo una prerogativa della squadra campione d’Italia, il possesso palla. L’anno scorso era funzionale al dominio delle partite, un’arma offensiva ma anche difensiva, il principio base della strategia di Spalletti. Quest’anno è solo fine a se stesso, sterile, mai produttivo, senza spiragli. Il pallone gira lentamente e poi torna indietro, in un noioso fraseggio che non conosce mai uno sbocco, un’accelerazione, un cambio di passo. Più sbadigli che emozioni, nessuno ha un guizzo, un’invenzione, la voglia di rischiare una giocata. A Udine solo qualche lampo di Osimhen e Politano, la solita geometria di Lobotka e poco altro. La fotografia di un’altra serata da dimenticare al più presto.

De Laurentiis e Manna progettano il futuro

Alla fine del campionato ormai mancano meno di venti giorni. Saranno i più importanti dell’anno, perché orienteranno la prossima stagione. De Laurentiis sta progettando una ristrutturazione, Manna si sta avvicinando a grandi passi al suo nuovo ruolo, insieme hanno tanti elementi del puzzle azzurro da sistemare. A cominciare dal nuovo allenatore, la prima pietra del nuovo Napoli. Le riflessioni su Gasperini (in pole), Pioli e Italiano (principali inseguitori) vanno avanti senza soste, le percentuali di Conte ormai sono residuali. La scelta sarà anche filosofica: il Napoli è diventato bello con un calcio elegante, fatto di qualità e palleggio, è stato costruito con tanti giocatori funzionali al modulo. Una rivoluzione imporrebbe delle valutazioni attente: un calcio più fisico, più intenso, meno bailado, costringerebbe a un mercato più sostanzioso, mirato alle nuove esigenze. Le necessità, comunque, sono chiare a tutti da tempo: due difensori, un centrocampista e un attaccante le priorità. L’offensiva su Buongiorno, destinata però a fare un buco nell’acqua, dimostra l’impazienza del Napoli nel colmare la voragine di Kim, aperta da un anno ma ancora enorme. Non ripetere errori del genere sarà il primo comandamento della nuova era. De Laurentiis e Manna devono metterselo come promemoria.


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