Napoli, dentro o fuori: anche l’Europa per ricostruire

Gli azzurri si giocano la Conference venerdì a Firenze: in caso di ko sarebbero fuori aritmeticamente
Napoli, dentro o fuori: anche l’Europa per ricostruire© Getty Images
Fabio Mandarini
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Tagsnapoli

Il Napoli è con un piede fuori dall’Europa dopo quattordici partecipazioni consecutive alle coppe come nessun’altra squadra del campionato, fiore all’occhiello esibito con orgoglio che può inesorabilmente appassire: dopo la Champions e l’Europa League, infatti, il club azzurro rischia di perdere aritmeticamente anche la Conference in caso di sconfitta contro la Fiorentina. Sarà decisiva, e questa volta senza appello, la partita in programma venerdì sera al Franchi. Uno scontro diretto in piena regola: la Viola è ottava con 53 punti, gli azzurri seguono a 51 e soltanto una vittoria rilancerebbe le quotazioni di Kvara e soci a una giornata al termine del campionato. Il pareggio? Un problema: la Fiorentina, in realtà, ha due partite a disposizione considerando che deve recuperare anche la sfida con l’Atalanta a Bergamo, rinviata il 17 marzo dopo il malore che colpì il mai dimenticato Joe Barone. Insomma, dopo il successo di lunedì contro il Monza, la squadra di Italiano ha messo un’ipoteca concreta a prescindere dalla finale di Conference, in programma il 29 maggio ad Atene contro l’Olympiacos, dove potrà addirittura qualificarsi per l’Europa League conquistando il trofeo. Ma sia chiaro: anche in caso di vittoria della coppa e contemporanea qualificazione alla Conference in campionato, il posto lasciato libero dai toscani non passerebbe automaticamente al Napoli. Da regolamento: il numero di slot a cui ha diritto la federazione diminuirebbe di uno.

15 senza lode

Sarebbe la beffa delle beffe. L’ennesimo fallimento di una stagione che, nonostante gli ottavi di Champions e l’eliminazione per mano del Barça - non una qualsiasi - va cancellata e dimenticata molto in fretta. Al massimo conservata nella memoria come una specie di prontuario di tutto quello che non va assolutamente ripetuto in campo e fuori. Fatto sta che De Laurentiis ha provato in ogni modo a motivare la squadra: ha promesso premi più volte nel bel mezzo delle varie crisi, e alla vigilia del ritorno a Barcellona arrivò addirittura a offrire 10 milioni alla squadra in caso di passaggio ai quarti e conseguente qualificazione al Mondiale per club. Niente da fare, però. Gradualmente, per un percorso in campionato che più traballante non si può, sono sfumati anche gli assalti alla Champions e all’Europa League nonostante i posti supplementari che l’Italia s’è aggiudicata grazie al rendimento delle altre impegnate nelle coppe (Roma, Fiorentina, Atalanta su tutte). E ora, cioè venerdì, in caso di sconfitta al Franchi andrebbe in scena il canto del cigno europeo. Con tanti saluti alla quindicesima qualificazione internazionale consecutiva, un vanto che Adl sperava di conservare. Almeno quello. 

Italiano e il Napoli, lo scherzo

Calzona, tra l’altro, potrebbe/dovrebbe affrontare la partita con la Fiorentina senza Osimhen: forse l’ultima o unica speranza di questa fase grigia come mai. A proposito: a rendere ancor più amaro il sapore del veleno ci ha pensato il sorteggio, considerando che il boia delle coppe potrebbe essere Vincenzo Italiano, cioè uno degli uomini in lista per la panchina del Napoli del futuro. Suona come uno scherzo del destino un po’ troppo crudele, al netto di tutte le delusioni. Ma tant’è. E si gioca pure di venerdì 17. Ma lo sarà per tutti: meglio impegnarsi e provare il contropaccotto, non si sa mai. C’è pur sempre l’orgoglio da salvare nella penultima con lo scudetto sulle maglie. 


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