Conte al Napoli: cosa manca per l'accordo

Gasperini resta a Bergamo, il presidente De Laurentiis va all’assalto dell’ex ct della Nazionale
Fabio Mandarini
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NAPOLI - Gian Piero Gasperini ha detto no: resta alla Dea. Ha preferito famiglia e figli-Atalanta alla bellissima donna-Napoli e Aurelio De Laurentiis ha fatto quello che si fa in questi casi: è andato a consolarsi con un amico. Antonio Conte. Da mesi la variabile indipendente dell’operazione panchina. Ha sempre fatto storia a sé, ma è diventato il grande protagonista della storia stessa. All in, tutto su di lui: un’altra prima scelta proprio come Gasp, primissima se consideriamo che il presidente gli aveva offerto panchina e contratto da 8 milioni già in autunno, alla fine della brevissima era Garcia, per salvare la squadra da un naufragio annunciato e puntualmente avvenuto. Miseria e nobiltà, un grande classico: da Totò ad Antonio, dal principe De Curtis al signor Conte. Il presidente e il ds Manna hanno aspettato Gasperini fino alla chiusura definitiva di ieri mattina, ma considerando il suo rapporto con l’Atalanta, e i rischi calcolati da sempre, non hanno mai smesso di pensare a Conte e soprattutto non hanno mai chiuso il canale nonostante la complessità dell’affare, a cominciare dall’accordo economico; soprattutto senza la Champions. Conte, fermo da marzo 2023 dopo la risoluzione con il Tottenham, è molto ben disposto nei confronti del Napoli. L’idea gli piace moltissimo, accetterebbe con entusiasmo perché è convinto dal progetto e dalle ambizioni - la priorità assoluta per lui -, ma c’è ancora distanza sui termini del contratto, sull’ingaggio: considerando anche il suo staff, parliamo di un’operazione da 20 milioni lordi a stagione per tre anni o due più l’opzione sul terzo, senza clausole a favore del club (in stile Sarri e Spalletti, per intenderci). Conte ha un valore e i suoi parametri e li ha messi sul tavolo, esattamente come De Laurentiis: i due hanno voglia di lavorare insieme, si stimano e sono pure amici, ma devono trovare un punto d’incontro.

Napoli, il rifiuto di Gasperini

Ieri, insomma, è stata una giornata cruciale per il futuro del Napoli: dopo l’incontro di venerdì con Percassi e una notte di riflessione, Gasperini ha deciso di restare all’Atalanta e lo ha comunicato a DeLa e al ds Manna. Grazie di cuore e arrivederci: il capolista della classifica di gradimento se ne va. Il club azzurro ha aspettato la finale di Europa League e poi ha chiesto una risposta in fretta, considerando l’esigenza di ricostruire, ma avendo già intuito la direzione del Gasp al ritorno dall’Irlanda, ha tirato fuori la variabile.

Napoli, Conte in pole position

Conte, sia chiaro, non è e non è mai stato considerato un’alternativa: sarebbe folle pensarlo. Il profilo è top come il suo curriculum, e di conseguenza sono elevati anche i costi dell’operazione: 20 milioni lordi a stagione, dicevamo, compreso lo staff tecnico. De Laurentiis è orientato a offrirgli un ingaggio da 6 milioni (o poco più) e a pareggiare l’offerta autunnale, quando il Napoli era ancora in lizza per la Champions e per tutto, con un bonus legato proprio alla qualificazione alla regina delle coppe. Conte, invece, non vuole bonus e neanche clausole. E vuole garanzie: il punto è questo. Il progetto lo affascina ed è pronto ad accettare, però al l e sue condizioni. Mentre Adl, che sotto il profilo della proposta d’ingaggio s’è già spinto anche oltre i 5 milioni di Ancelotti (e teoricamente Gasperini), chiede di venirgli incontro. La trattativa procede, i contatti sono continui: la svolta, in un senso o nell’altro, è vicina. E sullo sfondo, perso Gasp, resistono Stefano Pioli e Vincenzo Italiano, nel frattempo diventato anche la prima scelta del Bologna da Champions.


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