Conte carico: "Nella storia rimangono solo quelli che vincono"

Il nuovo tecnico del Napoli ha parlato a Vivo Azzurro Tv prima di firmare con il club azzurro: dall'infanzia fino all'esperienza con la Nazionale, ecco che cosa ha rivelato

Alla vigilia della partenza della Nazionale per gli Europei tedeschi, il tecnico del Napoli Antonio Conte ricorda l'esperienza sulla panchina azzurra nella competizione continentale del 2016, che si chiuse con la sconfitta ai calci di rigore contro la Germania ai quarti di finale. "L’addio dopo l’Europeo del 2016? È stato difficile staccarmi da quei giocatori e da tutto l’ambiente. Se non avessi firmato per il Chelsea, mai e poi mai avrei lasciato quel gruppo. Si era creata una vera famiglia e questo ci aveva aiutato a superare il fatto che non fosse una nazionale fortissima, ma la voglia di dimostrare che non eravamo inferiori agli altri aveva equilibrato le cose”. Conte ricorda la chiamata del presidente federale Tavecchio nel 2014: "Era molto convinto - ha detto a Vivo Azzurro Tv - e penso che quella sua perseveranza, quella determinazione nel volermi in nazionale, quel desiderio di realizzare quel matrimonio mi colpirono molto. La nazionale ha bisogno dei suoi spazi, penso che le nazionali che alla fine vincono sono quelle che riescono a costruire una squadra".

Conte e il Mondiale del 1994 da calciatore

Da calciatore Conte sfiorò la vittoria ai Mondiali del 1994: "Ricordo la chiamata, avevo il cuore che batteva forte perchè avrei saputo se far parte del gruppo oppure no. Appena finì la telefonata, festeggiai con mamma la convocazione. Nei confronti di Sacchi, ho grande stima e ammirazione. Trasmetteva la sua passione per il calcio, questa sua voglia di aggiornarsi e di essere davanti agli altri mi piaceva. Un grande lavoratore che non lasciava niente al caso: sono tutte cose che ho cercato di fare mie. Una persona sicuramente ossessionata, ma per me l’ossessione nel calcio è una cosa positiva".


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Conte e la sconfitta ai rigori con il Brasile

L'avventura della Nazionale si concluse con la sconfitta in finale contro il Brasile ai calci di rigore: "Quando arrivi ad avere queste opportunità devi sapere che potrebbe non capitarti mai più, invece quando si è giovani non ci si pensa. Io pensai abbiamo perso, magari capiterà un’altra volta. Invece, quando giochi finali del genere, con i club o in nazionale, devi sapere che potrebbe essere l’unica della tua vita, e devi essere forte e determinato per far sì che tu possa entrare nella storia perché, parliamoci chiaramente, nella storia ci rimangono le persone che vincono. Quella fu la prima sconfitta pesante, di quelle che bruciano sulla pelle. Il Brasile, come tutte le squadre che vincono, è rimasto nella storia, tanta gente non ricorda il secondo posto dell’Italia".

Conte e la prima pizza da tecnico del Napoli

Una pizza napoletana per iniziare a sentire i veri sapori di Napoli. Conte, dopo la firma a Roma con il presidente De Laurentiis, si è concesso una bella pizza del pizzaiolo Vincenzo Capuano, che ha pubblicato il video sui social. Questa volta pare abbia un sapore speciale: è la prima mangiata da tecnico degli azzurri.


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Alla vigilia della partenza della Nazionale per gli Europei tedeschi, il tecnico del Napoli Antonio Conte ricorda l'esperienza sulla panchina azzurra nella competizione continentale del 2016, che si chiuse con la sconfitta ai calci di rigore contro la Germania ai quarti di finale. "L’addio dopo l’Europeo del 2016? È stato difficile staccarmi da quei giocatori e da tutto l’ambiente. Se non avessi firmato per il Chelsea, mai e poi mai avrei lasciato quel gruppo. Si era creata una vera famiglia e questo ci aveva aiutato a superare il fatto che non fosse una nazionale fortissima, ma la voglia di dimostrare che non eravamo inferiori agli altri aveva equilibrato le cose”. Conte ricorda la chiamata del presidente federale Tavecchio nel 2014: "Era molto convinto - ha detto a Vivo Azzurro Tv - e penso che quella sua perseveranza, quella determinazione nel volermi in nazionale, quel desiderio di realizzare quel matrimonio mi colpirono molto. La nazionale ha bisogno dei suoi spazi, penso che le nazionali che alla fine vincono sono quelle che riescono a costruire una squadra".

Conte e il Mondiale del 1994 da calciatore

Da calciatore Conte sfiorò la vittoria ai Mondiali del 1994: "Ricordo la chiamata, avevo il cuore che batteva forte perchè avrei saputo se far parte del gruppo oppure no. Appena finì la telefonata, festeggiai con mamma la convocazione. Nei confronti di Sacchi, ho grande stima e ammirazione. Trasmetteva la sua passione per il calcio, questa sua voglia di aggiornarsi e di essere davanti agli altri mi piaceva. Un grande lavoratore che non lasciava niente al caso: sono tutte cose che ho cercato di fare mie. Una persona sicuramente ossessionata, ma per me l’ossessione nel calcio è una cosa positiva".


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