Rom s’è fermato a Torino. Questa volta, cioè sabato, non ha lasciato tracce nella storia della partita contro la Juventus: zero tiri in porta, appena due tocchi in area, in apnea costante tra le onde della mareggiata Bremer, un’ombra gigantesca che l’ha ingoiato in un cono fatto di anticipi, contrasti e duelli vinti per terra e per aria. E così, beh, Lukaku ha sofferto sul serio per la prima volta da quando ha rimesso piede nel campionato italiano: s’era abituato e aveva abituato tutti molto bene, considerando i due gol realizzati con il Parma e il Cagliari e l’assist servito a Kvara, ma al di là dei bonus è mancata proprio la prestazione base. «Lukaku deve ancora entrare in condizione. Quella condizione che pretendo io», ha detto Conte con quella franchezza che è un marchio di fabbrica e che non lascia scampo alle interpretazioni. «Del resto è stato uno degli ultimi ad arrivare», la postilla non da poco aggiunta con altrettanta onestà. Tradotto: al lavoro, Rom. Anche ieri, in occasione dell’immediata ripresa in vista della Coppa Italia che al centro sportivo di Castel Volturno, come tradizione consolidata, è stata gestita a ritmi ridotti per tutti quelli che hanno giocato e collezionato minuti e fatica allo Stadium.
I numeri di Lukaku
Conte, insomma, è stato chiarissimo: è importante velocizzare il processo di crescita di Lukaku, giocatore fondamentale nei meccanismi del Napoli e di un sistema di gioco che a prescindere dallo schieramento difensivo è comunque imperniato su certi principi. Tra l’altro, in partite come quella di sabato, se Rom non riesce a riempire l’area, a creare spazi per i compagni o pericoli in prima persona come è accaduto contro la Juventus, il potenziale offensivo della squadra cala vertiginosamente. Neanche uno spunto, niente, poco movimento e cifre impietose: in 72 minuti nessun tiro, 18 tocchi di cui 2 in area avversaria, 4 passaggi riusciti su 9, 3 duelli vinti su 10, 9 possessi persi, 2 volte in fuorigioco.
Lukaku e la condizione fisica
Statistiche e palesi difficoltà a parte, bisogna anche dare il giusto senso alla storia: Lukaku è fuori condizione. Ha svolto la preparazione estiva in solitudine al centro sportivo del Chelsea, da fuori rosa, in attesa del Napoli; è arrivato a Castel Volturno, in gruppo, a un paio di giorni dalla partita contro il Parma e poi durante la sosta ci ha dato dentro, accumulando tossine ma anche benzina e legna fondamentali in vista dell’inverno del campionato. La fase cruciale. Anche a Cagliari aveva sofferto un bel po’ il duello con Mina, ma poi aveva piazzato l’assist per Kvara e il gol del 3-0, mentre a Torino, al cospetto di un avversario più ermetico e di un marcatore diretto mai domo - Bremer - gradualmente s’è spento. L’idea è che giovedì contro il Palermo partirà dalla panchina, ma nel frattempo continuerà a lavorare per migliorare al volo la condizione e il ritmo e dimostrarlo già domenica contro il Monza. E poi contro il Como. Il campionato non aspetta.