Napoli, la notte delle lacrime
La notte delle lacrime. Quelle di Simeone, quelle di Lang e di tutto il Napoli. Il Cholito si è commosso dopo aver segnato il gol decisivo, gli azzurri invece hanno fatto piangere a lungo. Conte incassa la seconda sconfitta in sette giornate (la terza stagionale compresa quella in Champions con il City) e apre nel peggior modo possibile il terribile ciclo di sette partite in 22 giorni. Ma più che il risultato è la prestazione che lascia interdetti: non può essere questo il Napoli, non può pensare di vincere le partite con prove così tenere, senza attributi, senza temperamento, senza rabbia. Hanno pesato in maniera troppo eccessiva le assenze, senza Hojlund, McTominay, Lobotka, Rrahmani e con Politano e Buongiorno a mezzo servizio è chiaramente tutto più difficile. Ma a Torino serviva una partita di un altro spessore, con un approccio diverso e una determinazione maggiore per pensare di prendersi i tre punti. Invece il Napoli è partito troppo molle, è andato sotto ed è stato costretto a rincorrere. Senza avere fortuna nel veemente finale. Le statistiche possono ingannare: gli azzurri hanno chiuso con 22 tiri e il 69% di possesso palla ma non hanno mai dato la sensazione di poter ribaltare il Toro. L’illusione del pareggio di Lang in pieno recupero è durata solo pochi secondi.
C’è un duello a distanza che fotografa alla perfezione la differenza che c’è stata ieri fra Toro e Napoli, quello fra Simeone e Lucca. Il grande ex della serata è stato il migliore in campo, un trascinatore, un lottatore, un uomo squadra. Il gigante azzurro invece ha girato sempre a vuoto, non ha difeso quasi mai una palla, non ha creato mai pericoli, non è riuscito nemmeno una volta a sfruttare il suo strapotere fisico. Ci hanno messo del loro anche i suoi compagni di squadra, hanno iniziato a crossare quando Conte l’ha sostituito nel finale per giocarsi la carta disperata Ambrosino.
Sono in pochi a salvarsi nella serata amara del Napoli. Il solito Spinazzola, De Bruyne, Politano ma soprattutto Neres e Lang. Ecco, da Torino Conte si porta anche due buone notizie. Il brasiliano è uno dei pochi che può aprire le difese avversarie, ormai abituate a chiudersi sempre quando affrontano gli azzurri. I suoi strappi, le sue serpentine, la capacità di sgusciare via usando il sinistro e il destro possono essere determinanti negli ultimi sedici metri. Stesso discorso per Lang, che ha dato finalmente segnali importanti. Non solo il gol annullato e la sua rabbiosa esultanza, ma anche tante buone giocate. Qualità, velocità, abilità nell’uno contro uno: tutte armi che possono far male agli avversari, soprattutto se abbinate a quelle di Neres. Sapere di avere due frecce così potrà aiutare Conte a rialzarsi in vista dell’impegno in Champions di martedì in casa del Psv. Mai come adesso tornare in campo dopo tre giorni può aiutare il Napoli a dimenticare al più presto la delusione di Torino. Così come potranno aiutare le notizie dall’infermeria: dopo la sfida in Olanda arriverà l’Inter sabato al Maradona, poi ci saranno in sequenza Lecce, Como, Eintracht e Bologna. Conte ha bisogno di tutti per rimettersi a marciare velocemente. Le lacrime vanno trasformate in sorrisi.
