Ascoltatelo Conte
Durante l’intervallo, con il Napoli sotto di un gol ma dopo che il Benfica aveva fallito altre due enormi occcasioni con Ivanovic e Aursnes, sono andato a riprendere le parole di Conte pronunciate al termine della partita con la Juve, domenica sera. In particolare queste: «Non posso fare altro che ringraziare i ragazzi che si sono assunti grandi responsabilità in un momento di difficoltà oggettiva a cui si è aggiunto il problema di Lobotka. Sono situazioni che ammazzerebbero chiunque, ma non stanno ammazzando noi, va dato merito ai giocatori che stanno avendo una crescita come uomini prima che calcistica. Lo spirito e l’entusiasmo che tirano fuori è la cosa più bella».
Perché l’ho fatto? Per ricordare che quando si partecipa (anche) alla Champions non si possono regalare all’avversario 7 giocatori, cinque dei quali titolari indiscussi, e due giorni di riposo.
È vero che il Benfica è inferiore al Napoli per individualità e completezza dell’organico, ma lo è altrettanto che si tratta pur sempre del Benfica, che lo allena un fenomeno come Mourinho e che si giocava a Lisbona.
Nel primo tempo il Napoli sembrava svuotato, il Benfica era più aggressivo e rapido nella riconquista del pallone: la strategia che Conte aveva attuato con la Juve l’ha in parte ripresa Mourinho, pressando alto e pretendendo che i suoi rientrassero tutti quando a muovere il pallone era il Napoli. Nella ripresa José ha fatto prevalere il controllo e per la prima volta la difesa non ha commesso errori: le vedo tutte.
Conclusione: ascoltatelo Conte quando parla di «difficoltà oggettive». Lui sa bene che lo spirito e l’entusiasmo non possono bastare se il centrocampo si riduce a McTominay, Elmas e Vergara e se in Europa vengono a mancare l’esperienza internazionale e il peso di gente come De Bruyne, Anguissa, Lobotka e Lukaku. Ascoltatelo perché non sta accampando scuse: conosce squadra e momenti, esperienze simili le ha già vissute e subite.
Di Mourinho potrei dire - anzi ripetere - tutto il bene possibile: a metà settembre ha preso in mano un Benfica che non aveva costruito, gli hanno venduto subito - oltretutto al Fenerbahçe - l’attaccante che aveva richiesto in Turchia, Aktürkoglu. E in seguito ha perso il migliore dei suoi, Lukébakio.
Da anni sento ripetere che è bollito. Già.
