Napoli, il leone Rasmus fa la differenza
L ’ha vinta Conte. Con un Napoli da applausi, che ha mandato a casa il Milan e ora aspetta in finale Bologna o Inter. L’ha vinta con una versione di squadra riveduta e corretta, un po’ di turnover e un leone davanti. Niente pressione feroce costante a tutto campo, è stato un Napoli attento, accorto, che raramente ha prestato il fianco. Ha alternato i movimenti, si è alzato quando serviva ma si è difeso per lunghi tratti con un blocco basso, a cinque, spesso con la linea dei centrocampisti vicinissima. Ha avuto ragione nel lasciare a riposo Buongiorno e Beukema, ha avuto una grande risposta da Juan Jesus, ha ritrovato il solito Lobotka, ha rilanciato il solito inesauribile Politano. E ha stravinto il duello che ha deciso la partita. Hojlund si è messo in tasca De Winter, il peggiore in campo. Il difensore non ha mai preso l’attaccante danese, lo ha visto soltanto passare. Prima l’assist per il gol di Neres, poi il raddoppio con uno dei suoi movimenti ad attaccare la profondità.
Ma soprattutto una partita strapiena di cose fatte per bene, efficaci, utili, intelligenti. Da centravanti vero, svariando su tutto il fronte d’attacco, con difesa della palla, molte sponde, tante illuminazioni. E un’intesa che continua a crescere con Neres, l’altra luce azzurra che abbaglia sempre di più. Il loro abbraccio dopo i due gol a Lukaku, tornato per la prima volta in panchina dopo l’infortunio di agosto, è l’immagine più bella della notte di Riyadh. La testimonianza di un gruppo che è unito nonostante le difficoltà e non vede l’ora di rivedere in campo Big Rom. I rientri sono le più belle notizie che può avere Conte in queste settimane. Quello di Lobotka ha dato subito un’altra sostanza al centrocampo, la sua presenza garantisce ordine, geometria, esperienza. Una figura in campo che ha fatto felici i tifosi azzurri, così come l’ingresso nel finale di partita di due napoletani doc come Mazzocchi e Vergara.
Torna a casa con enorme amarezza, invece, il Milan. È la seconda eliminazione stagionale per Allegri, già fuori dalla Coppa Italia. Gli restano solo il campionato e 23 partite da giocare fino a maggio. Ha pagato a caro prezzo la serata di De Winter, le indecisioni di Maignan, ma è sparito alla distanza dopo avere creato diverse opportunità nel primo tempo. Senza Modric, tenuto a riposo, ma soprattutto senza Leao, il peso offensivo rossonero è irrisorio. Lo ha steso proprio Hojlund, in estate a lungo obiettivo di Tare. In attesa di capire di che pasta è fatto Gimenez, un attaccante serve come il pane per lottare fino alla fine per lo scudetto. Füllkrug potrebbe diventare il nuovo Giroud, quell’uomo d’area che al Milan sta mancando tantissimo. Come spesso ricorda Allegri, l’importante è arrivare attaccati alla vetta a marzo, da lì in poi si entra nel vivo della lotta tricolore. Un concetto che conosce bene anche Conte, che sa di dover fare i conti con gli infortuni almeno fino a gennaio. Poi via via l’infermeria si svuoterà e torneranno un po’ alla volta anche Meret, Anguissa, Gilmour e De Bruyne. Senza dimenticare che anche da Manna potrebbe arrivare un aiuto, magari quel Mainoo che il fratello ritiene prigioniero al Manchester United. Napoli-Milan non è finita ieri sera, continuerà fino a maggio.
