Napoli, la magia di San Paolo
Chi vince scrive la storia, gli altri devono leggerla. Trentacinque anni fa, il 1° settembre 1990, David Neres non era ancora nato. A Napoli, nello stadio San Paolo che portava il nome della sua città, era protagonista un altro suo concittadino. Di nome faceva Antonio, di cognome De Oliveira Filho, per tutti era semplicemente Careca. Quella notte, in uno stadio stracolmo che invocò a lungo il gol di Maradona sotto gli occhi di Baggio (anche ieri in tribuna), quel fenomeno con i capelli ricci e il numero nove sulle spalle fece due gol e trascinò il Napoli alla vittoria della prima Supercoppa Italiana della sua storia. Proprio come ieri sera a Riyadh, un’altra doppietta di un altro fenomeno di San Paolo ha fatto esplodere di gioia milioni di tifosi azzurri nel mondo. Ma in quella città deve esserci qualcosa di miracoloso, qualcosa di speciale. Perché nella vittoria della seconda Supercoppa, undici anni fa, sempre in una finale con la Juve, fu decisivo un altro paulista, stavolta fra i pali: Rafael Cabral Barbosa, assoluto protagonista nel trionfo di Benitez. Quella vittoria legata da un altro filo magico con quella di ieri sera: si giocò il 22 dicembre del 2014, esattamente undici anni fa. E anche quella volta, a Doha in Qatar, era lunedì.
Chi vince scrive la storia, gli altri devono leggerla. Antonio Conte lo ripete spesso, quasi alla noia, nella sua sempre esasperata ricerca della perfezione. Non c’è un altro obiettivo, il suo mantra è unicamente orientato ad arrivare al risultato, ieri ha vinto il decimo titolo in carriera. Il suo Napoli si è preso il secondo titolo in sette mesi dominando il Bologna. Non c’è mai stata partita, sembrava un altro mondo rispetto a 43 giorni prima. Una finale comandata dall’inizio alla fine, con una grande interpretazione tattica, con fame, determinazione e volontà. Ma anche con classe e qualità e con gli uomini di talento che hanno fatto la differenza. David Neres si è preso la pagina più importante di questa notte storica, ha sbloccato con un gol capolavoro dalla distanza e ha raddoppiato con una giocata di astuzia dopo aver recuperato una palla su una pressione altissima. Ma ha riempito la partita con tante magie che hanno deliziato il pubblico: tunnel, colpi di tacco, invenzioni. È stato comunque tutto il Napoli a fare una partita sontuosa. Si è confermato un leone Hojlund, sempre pronto a duellare con la difesa di Italiano. Ha diretto con la solita maestria Lobotka: è superfluo anche sottolinearlo, ma con lui in campo la squadra si trasforma. Ma non ha sbagliato niente nemmeno la difesa, con un Juan Jesus ancora una volta fra i migliori.
Ha vinto tutta la squadra, ha vinto capitan Di Lorenzo (stessi titoli di Maradona in azzurro), ha vinto Conte, ha vinto ancora una volta De Laurentiis. La gioia sul volto del presidente dopo aver visto la coppa alzata al cielo di Riyadh, l’abbraccio con l’allenatore e la grande festa in campo sono le immagini più belle che potevano mettere i tifosi sotto l’albero. Sarà un Natale speciale, un Natale con la Supercoppa. Dentro ci saranno undici milioni, il regalo lo porterà la Befana. La storia si è colorata di azzurro.
