Garcia, la Roma riflette. Anche la squadra dubita

Sabatini lo conferma, ma i giallorossi navigano a vista. E ora c'è tensione anche tra i giocatori
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ROMA - Giovedì la Roma si troverà di fronte all'ennesimo bivio della stagione. I giallorossi in Olanda tenteranno di raggiungere una qualificazione agli ottavi di Europa League resa difficile dal gol del Feyenoord all'Olimpico. Dopo l'eliminazione dalla Champions, quella dalla Coppa Italia e il -9 dalla Juve in campionato, la squadra di Garcia è chiamata a mantenere almeno l'obiettivo europeo nel mirino. Il rischio è che già a febbraio il massimo dell'aspirazione possa essere cercare difendere il secondo posto. A inizio stagione si era partiti con ben altre ambizioni. Sulla graticola per questo lungo periodo no ci sono tutti, da Sabatini alla sfortuna che ci ha visto benissimo e si è accanita soprattutto con Strootman e Castan, due pilastri (anche a livello caratteriale) di questa Roma. Ma pure Garcia ha precise responsabilità: ha avallato scelte di mercato perdenti, ha gestito personalmente o tramite uomini di sua fiducia una preparazione fisica che sembra non aver dato grandi frutti e le sue dichiarazioni pubbliche spesso sono state contradditorie finendo per confondere i giocatori. In più alcune scelte sono sembrate contro ogni logica, come l'impiego di Strootman nel gelo di Mosca oppure quella di un Ibarbo infortunato in Coppa Italia.

LA SOCIETA'
- Sabatini, davanti ai microfoni, ha giurato che sarà ancora Garcia l'allenatore della Roma la prossima stagione. Ma i giallorossi tra Feyenoord e Juve si giocano molto e se la stagione dovesse finire molto male la dirigenza sarebbe costretta a riflettere. C'è anche la possibilità che Garcia stesso, stufo di critiche che reputa esagerate, decida di interrompere il rapporto con il club per accettare una delle offerte di cui ha parlato recentemente Sabatini. Per ora questa non sembra essere una possibilità concreta, il tecnico resterà fin quando sentirà di avere in pugno la squadra, ma è lui stesso a ripetere spesso che «la valigia è sempre pronta».

LA SQUADRA
- Il problema è che alcuni dubbi cominciano a venire anche ai giocatori. Complici i risultati che non arrivano, la tensione sembra essere alta. Da De Rossi, con la faccia buia in panchina durante Verona-Roma, a Totti, insoddisfatto al momento del cambio di domenica, l'umore del gruppo non è sereno. Senza alzare la voce, qualche frecciata l'hanno mandata anche Florenzi (sulla sua flessibilità) e Maicon (sul suo protocollo di preparazione fisica). Per non parlare dei baby che, a parte Verde, si sentono inutili. Insomma, qualche incrinatura comincia a presentarsi. In questi casi la migliore medicina è vincere.

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