ROMA - «Dieci anni fa avevo un unico desiderio: essere ancora competitivo a 34 anni. Ed eccomi qui». Roger Federer è ancora il tennis, nonostante la carta d'identità. In un'intervista a corriere.it il campione svizzero parla del suo ritorno in scena a Montecarlo dopo un mese e mezzo di stop per infortunio al menisco.
Rigenerato, carico, voglioso, Federer non ha dubbi, si sente ancora in grado di dare tanto a questo sport. Un po' come Francesco Totti al calcio e Valentino Rossi al motociclismo, campioni avanti con l'età ma unici, come dei panda in estinzione.
IO, FRANCESCO E VALE: TRE PANDA - «In un certo senso, - dice federer a corriere.it- apparteniamo a un’altra specie. Io, Francesco e Valentino incarniamo i nostri sport. Quello che hanno fatto loro per calcio e motociclismo, non ha eguali. Sono esempi, icone, storia contemporanea.
Nessuno può dirci quando smettere, è una decisione talmente intima e personale. Totti vuole continuare? Ne ha il diritto e io faccio il tifo per lui. Con me è sempre di una gentilezza imbarazzante: anche quest’anno, se verrò a Roma, gli chiederò dritte sui ristoranti. Rossi non lo vedo da un po’ però sono convinto che la stagione scorsa, sia pure con quel finale amaro, gli abbia dato nuove motivazioni. E poi li chiamano veterani...».