Roma, è un ritmo che vale lo scudetto

Più vittorie soltanto l’anno dello scudetto con Capello. Quindici successi nel 2000-2001: solo 1 in meno in questa stagione, però quante analogie...
Roma, è un ritmo che vale lo scudetto© ANSA
Guido D'Ubaldo
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ROMA - Quante analogie con l’ultima squadra campione d’Italia! Solo nell’anno dello scudetto aveva vinto di più (una volta) dopo venti giornate. Un’andatura da campione d’Italia, anche se la squadra di Capello a questo punto del campionato aveva quattro punti in più ed era in testa alla classifica, con la “solita” Juve che inseguiva a sei lunghezze di distacco. I quarantotto punti che valevano il primato erano il frutto di quindici vittorie, tre pareggi e due sconfitte, la squadra di questa stagione ha vinto una partita in meno e ne ha perse due in più.

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ALTRE ANALOGIE - Partiamo dalla solidità difensiva. Quella squadra aveva la miglior difesa del campionato, con quattordici reti subite, questa si è avvicinata molto nelle ultime settimane a questo traguardo: Szczesny ha incassato diciotto gol, solo la Juve ha fatto meglio, due in meno con una partita da recuperare. difesa super. La solidità difensiva è il risultato della metamorfosi della squadra, che fino all’ottava giornata aveva la decima difesa più perforata. Due i motivi fondamentali che hanno permesso a Szczesny di chiudere la porta: 1) la difesa a tre. 2) la consacrazione di Fazio, che ha scavalcato Manolas nel ruolo di leader della difesa. Il polacco è cresciuto molto rispetto alla passata stagione e oggi è uno dei migliori portieri del campionato italiano. Il suo futuro dipenderà da Wenger, l’allenatore dell’Arsenal che lo rivuole a Londra. Ieri anche Zibì Boniek, presidente della federcalcio polacca, ha lasciato intendere che non sarà Szczesny a decidere: «Lui ama questa città e gli piace giocare qui, poi se Wenger gli dice di tornare a Londra sarà costretto per contratto ad obbedire, in caso contrario se l’Arsenal sceglierà di proseguire con Cech o con un altro, allora potrebbe restare. Quando la Roma lo ha preso, dissi che si trattava di un portiere molto forte sia tra i pali sia con i piedi, ora lo sta dimostrando, è maturato molto in Italia, lo vedo molto più concentrato, è migliorato tecnicamente grazie al lavoro del preparatore». 

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