Roma, De Rossi: «Farei di tutto per tenere Spalletti»

Il centrocampista: «Ha un carattere difficile ma è un numero uno. Giocare con Totti per me è stato un privilegio. Io allenatore? Perché no. Conte un animale da campo, è impressionante»
Roma, De Rossi: «Farei di tutto per tenere Spalletti»© AS Roma via Getty Images
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ROMA - A 33 anni, Daniele De Rossi è ancora un protagonista centrale del calcio italiano: lo ha dimostrato con la Nazionale azzurra nella gara di qualificazione ai Mondiali contro l'Albania, segnando il gol dell'1-0. E' stata la ventesima rete con la maglia azzurra di Daniele De Rossi, che ne fa il giocatore in attività con più gol in Nazionale, nonchè il centrocampista più prolifico di sempre. De Rossi è l'uomo copertina del numero 15 di Undici, in edicola a partire dal 6 aprile. Sul fatto di sentirsi ancora importante, il romanista non ha dubbi: «Sto bene. Sono felice. E' un annetto che ho ricominciato a sentirmi un calciatore fino in fondo. Un calciatore di livello alto. Vero».

«SEMPRE ALLA ROMA, UN BISOGNO FISICO» - Sul contratto con la Roma in scadenza a giugno, De Rossi temporeggia: «E' una cosa che prima o poi dovrò affrontare con la società. Ma non ci penso. Ma voglio continuare a giocare ancora per un po'». Il senso di appartenenza alla Roma è radicato in De Rossi sin da bambino, al punto da consigliargli di non cambiare mai squadra in carriera: «Ho fatto sempre scelte consapevoli, anche se qualcuno le può considerare incoscienti. Invece ero conscio del fatto che erano scelte professionalmente "sbagliate". Io avevo proprio bisogno di giocare con la Roma. Ho il piacere fisico ed emotivo di giocare con questa maglia. Vivere senza Roma sarebbe stata una cosa che mi avrebbe fatto più male del non aver vissuto un Real Madrid-Barcellona, o di non aver calcato gli stadi inglesi più belli, di non aver vinto determinate cose».

«GIOCARE CON TOTTI E' STATO UN PRIVILEGIO» - Anche quando le cose non andavano bene, come la stagione con Zeman: «E' stata difficile, è stata la prima in cui ho giocato di meno, non mi sentivo indispensabile. Non credo che Zeman sia un disonesto. La sua carriera e la sua storia parlano per lui, ha dimostrato spesso di avere una grande rettitudine, non vedo perché con me l'avrebbe dovuta compromettere». Sul rapporto con Totti, De Rossi dice di sentirsi un privilegiato: «Io mi sono permesso in questi 16 anni un lusso che a Roma si sono permessi in pochi: viverlo non solo come un idolo. Stare tutti i giorni con lui ti porta a vivere come una cosa normale l'essere accanto a un calciatore che non è normale. Rimane l'infervoramento che ho sempre avuto per il calciatore, ma l'ho sempre trattato come un mio compagno qualunque».

«MI PIACEREBBE SOMIGLIARE A MALDINI» - Il romanista ha poi parlato di altri due dei suoi calciatori che più ammira: Andrea Pirlo e Paolo Maldini. «Andrea è un esempio da seguire per quello che ha fatto in campo, ma anche per come interagisce con l'esterno: la sua capacità di gestire la pressione, anche se in realtà lui non la gestisce perché non la sente. Maldini invece non lo conosco, ma ho sempre avuto l'impressione che avesse uno spessore diverso, uno schietto, uno che parlava solo quando aveva qualcosa da dire. Mi ha sempre dato l'impressione di essere un leader perché lo è veramente. Mi piacerebbe assomigliare a lui».

«CAPELLO E' STATO FONDAMENTALE PER ME» - Sul rapporto con i tanti allenatori in carriera, De Rossi è chiaro come sempre e inizia da Fabio Capello. «Avere Capello da allenatore da giovane è stato fondamentale. Ti forgia. Ha avuto una passione per me come calciatore e forse è stata la più grande fortuna della mia vita».

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«SPALLETTI? SPERO CHE RESTI A ROMA» - Grande feeeling con Ranieri. «Quello con cui ho vissuto la stagione più esaltante. Un allenatore di campo, preparato tatticamente, ma che in campo non si inventa l'acqua calda. E un grandissimo motivatore». C'è spazio anche per parlare dell'attuale tecnico di De Rossi, Luciano Spalletti. «E' stato l'allenatore che mi ha condizionato di più. Ho cominciato a vedere il calcio con gli occhi di questo allenatore. Ed è un bel vedere. Al di là di che cosa farò io, al di là che a volte ha un carattere difficile, la Roma dovrebbe fare di tutto per trattenerlo perché sarà più forte». In Nazionale per due anni ha lavorato con Antonio Conte.

«Mi ha folgorato. Io amo le persone dirette. Amo chi dice la verità. Tatticamente è un mostro. E' un animale da campo. Non è facile essere un suo giocatore, ma è bello esserlo». Tra i progetti del futuro, Daniele De Rossi non esclude di tentare la carriera da allenatore: «Potrebbe essere una cosa che mi piacerebbe fare. Non subito, ma con i tempi giusti mi potrebbe interessare. Ho avuto due tra i dieci allenatori migliori del mondo: Spalletti e Conte. Il terzo è Luis Enrique. Con un altro, Guardiola, ho giocato, e se dovessi prendere una panchina chiederei di andare a guardarlo per imparare». (in collaborazione con Italpress)


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