Riecco Florenzi: da Ancelotti a Ronaldo, in tanti con la forza di ricominciare

Strootman un caso esemplare: dopo tre operazioni e tre anni di calvario ha ripreso il suo ruolo da leader
Riecco Florenzi: da Ancelotti a Ronaldo, in tanti con la forza di ricominciare© Bartoletti

ROMA - In due anni si ritrovò con entrambe le ginocchia in pezzi. E ogni volta tornò più cattivo, come se le ferite ne fortificassero la fibra e lo spirito. In materia di recupero, fisico e morale, Carletto Ancelotti è il modello da seguire. Il primo crac nell’ottobre del 1981, in Roma-Fiorentina. Tutto avvenne nei pressi della linea di fondo, c’era lì vicino un microfono e le urla di dolore del numero dieci giallorosso bucarono gli schermi. Saltò i mondiali del 1982 e tornò dopo un anno, ma nel dicembre del 1983 la sfortuna gli ripresentò il conto: 10 mesi di stop e la condanna a vedersi dalla tribuna la finale di Coppa dei Campioni con il Liverpool. Ebbe tempo di rifarsi, vincendo tutto con il Milan. E pazienza se con quelle ginocchia non riusciva nemmeno ad accosciarsi per le foto di rito. 


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NELA E GLI ALTRI - Seppe guarire e reagire anche un altro grande giallorosso anni Ottanta, Sebino Nela: nel maggio 1987 riportò la rottura completa del crociato anteriore, più altre lesioni. Si parlò di carriera finita e si dice che fu proprio Ancelotti a regalargli le sue stampelle come portafortuna. 


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RONALDO IL FENOMENO - Lo stadio Olimpico ne ha viste di ginocchia saltare, non solo giallorosse: vennero a tutti le lacrime agli occhi il 12 aprile 2000, Lazio-Inter di Coppa Italia. Ronaldo il Fenomeno rientrava quel giorno dopo cinque mesi, a causa di una lesione al tendine rotuleo. Appena entrato andò in percussione, ma dopo qualche passo crollò tenendosi il ginocchio. Il brasiliano comunque seppe tornare grande sia con il Brasile (capocannoniere ai Mondiali 2002), che nel Real Madrid.  


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IL CALVARIO DI STROOTMAN - Il calvario di Strootman è un caso esemplare, anche se l’olandese ha avuto tempra e costanza per recuperare completamente, dopo tre operazioni e due anni d’inferno. Per restare ai casi più recenti, perfette le guarigioni di Marchisio e Milik. Lo juventino nell’aprile del 2016 ha subito la rottura del crociato anteriore, tornando dopo sei mesi senza altri problemi. Ancora più rapido il recupero di Milik (crociato anche per lui, nell’ottobre del 2016). 


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ROMA - In due anni si ritrovò con entrambe le ginocchia in pezzi. E ogni volta tornò più cattivo, come se le ferite ne fortificassero la fibra e lo spirito. In materia di recupero, fisico e morale, Carletto Ancelotti è il modello da seguire. Il primo crac nell’ottobre del 1981, in Roma-Fiorentina. Tutto avvenne nei pressi della linea di fondo, c’era lì vicino un microfono e le urla di dolore del numero dieci giallorosso bucarono gli schermi. Saltò i mondiali del 1982 e tornò dopo un anno, ma nel dicembre del 1983 la sfortuna gli ripresentò il conto: 10 mesi di stop e la condanna a vedersi dalla tribuna la finale di Coppa dei Campioni con il Liverpool. Ebbe tempo di rifarsi, vincendo tutto con il Milan. E pazienza se con quelle ginocchia non riusciva nemmeno ad accosciarsi per le foto di rito. 


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