ROMA - In due anni si ritrovò con entrambe le ginocchia in pezzi. E ogni volta tornò più cattivo, come se le ferite ne fortificassero la fibra e lo spirito. In materia di recupero, fisico e morale, Carletto Ancelotti è il modello da seguire. Il primo crac nell’ottobre del 1981, in Roma-Fiorentina. Tutto avvenne nei pressi della linea di fondo, c’era lì vicino un microfono e le urla di dolore del numero dieci giallorosso bucarono gli schermi. Saltò i mondiali del 1982 e tornò dopo un anno, ma nel dicembre del 1983 la sfortuna gli ripresentò il conto: 10 mesi di stop e la condanna a vedersi dalla tribuna la finale di Coppa dei Campioni con il Liverpool. Ebbe tempo di rifarsi, vincendo tutto con il Milan. E pazienza se con quelle ginocchia non riusciva nemmeno ad accosciarsi per le foto di rito.