Daniele De Rossi, lei è diventato uno dei saggi del calcio italiano. Era capitan futuro ora è capitano e basta, nel senso pieno del termine. Cosa è successo in lei in questi anni?
«Per prima cosa grazie per la definizione di saggio del calcio italiano. Credo di essere una persona equilibrata. Mi è sempre stato riconosciuto, anche durante le prime fasi della mia carriera. È il mio carattere. Dentro il campo, ogni tanto, ho un po’ macchiato questa immagine con quelle uscite di foga che mi hanno sempre caratterizzato. Adesso anche in campo riesco a controllarmi meglio e sarebbe grave se non fosse così, a trentaquattro anni. Credo di venire reputato, anche dagli avversari, come una persona a modo.

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Perché è difficile vincere a Roma?
«Questo è un discorso che meriterebbe un’intervista tutta per sé. È difficile vincere a Roma perché ci sono società più potenti a livello economico, con più storia alle spalle, per quel che riguarda le vittorie, e, lo sappiamo, “vincere aiuta a vincere”. La Juve in questi anni ha avuto uno strapotere finanziario certo, grazie allo stadio ma anche per come hanno gestito il capitale umano di cui disponevano.

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Leggi l'intervista completa sull'edizione odierna del Corriere dello Sport-Stadio
