Sean Cox, parla la moglie: «Mio marito non tornerà mai più come prima»

Martina ha raccontato quello che l'aggressione al marito ha comportato nella sua vita e in quella della sua famiglia: «Quando l'ho visto intubato e sedato mi è crollato il mondo addosso. I medici mi hanno detto che non tornerà mai più quello di prima. Per i miei figli è stata durissima»
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ROMA - «Mio marito non tornerà mai più come prima. L'attacco è durato solo 17 secondi ma tanto è bastato per cambiare la vita di mio marito 53enne per sempre». Martina Cox, moglie di Sean, il tifoso del Liverpool aggredito prima della semifinale di Champions League contro la Roma fuori Anfield, ha rilasciato una lunga intervista alla BBC nella quale ha raccontato il lento recupero del marito e tutto ciò che quella terribile aggressione ha comportato per la vita di tutta la sua famiglia. 

«Mio marito al momento non può parlare, camminare o sedersi senza aiuto. Ha ricominciato a mangiare cose liquide e i dottori ci hanno già detto che non tornerà mai come prima. Sean ha sostenuto il Liverpool per tutta la vita e andava regolarmente alle partite con il fratello o con noi», ha dichiarato la donna.

«Ad Anfield si sentiva a casa e al sicuro», almeno fino a quella terribile e fredda serata del 24 aprile scorso quando tre tifosi della Roma lo hanno aggredito a due passi dallo stadio meno di un'ora prima del calcio d'inizio. «Mio marito è stato colpito alla schiena e alla testa ripetutamente. La sua è stata una caduta orribile, di quelle che cambiano la vita per sempre».

La signora Martina ricorda il momento subito dopo aver saputo dell'aggressione: «Ricevetti una telefonata da mia cognata che mi disse che Sean aveva subito un colpo alla testa e che lo stavano trasportando all'ospedale di Aintree. Poco dopo mi chiamò un'infermiera e mi comunicò che Sean aveva avuto un'emorragia cerebrale e che aveva bisogno di un intervento chirurgico d'urgenza. Ero in uno stato di shock assoluto, è stata una cosa assurda».

Martina Cox prosegue il suo drammatico racconto: «Dopo l'intervento mi dissero subito che le prime 24 ore sarebbero state cruciali per la sua sopravvivenza. Quando vidi mio marito intubato, pesantemente sedato e aiutato da un ventilatore per la respirazione mi è crollato il mondo addosso. E' stato orribile guardarlo, assolutamente orribile. Vedi tuo marito lì, sdraiato come un vegetale su un lettino».

La situazione è rimasta così, immutata per quattro settimane. Quasi un mese di attesa per la signora Cox. «È stato completamente sedato per le due settimane successive all'aggressione, poi ci sono volute quasi altre quattro settimane perché lui potesse effettivamente riprendersi. Con estrema lentezza ha ripreso ad aprire gli occhi anche se non era lucido», ha specificato la donna. «Ha ripreso da poco a  mangiare piccole porzioni di cibi morbidi e ha ricominciato a bere. E' un processo molto lungo, lento ed estenuante. Per fortuna ora mi riconosce». 

Sean ha anche tre figli, due donne e un maschietto, fra i 17 e i 21 anni. «Sanno che il papà non sarà mai più lo stesso e per questa cosa ci stanno davvero male. Però stiamo cercando di cavarcela e fare il meglio che possiamo, Sean vorrebbe che andassimo avanti con le nostre vite e stiamo provando a farlo», ha detto la moglie. «Se permetterò loro di andare ad Anfield? Certo! Le persone devono vivere la loro vita».

La famiglia sta anche affrontando ingenti spese per la riabilitazione di Sean: «Per fortuna abbiamo avuto molti aiuti». Fra i primi a muovesi sono stati la Roma, il Liverpool, Seamus Coleman dell' Everton e Jurgen Klopp, il manager dei Reds. Anche i tifosi del Liverpool hanno partecipato ad una raccolta fondi per lo sfortunato Sean. «Sono stati meravigliosi, non smetterò mai di ringraziarli. La Roma? La società non ha nulla a che vedere con quei tre ragazzi che hanno aggredito mio marito». Il club giallorosso ha donato una somma iniziale di 150.000 euro (un terzo dei quali personalmente da Pallotta) per le spese mediche di Sean. 


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